Pio XII e gli ebrei
Alla fine della guerra, a Pio XII giunsero profondi ringraziamenti da parte del mondo ebraico – anche un concerto dell’Orchestra Sinfonica di Tel Aviv in Vaticano – per quanto il papa aveva fatto durante il conflitto in loro favore. Il rabbino di Roma addirittura si convertì al cristianesimo. Quando poi papa Pacelli morì nel 1958, Golda Meir ne scrisse con commossa gratitudine. Eppure, dagli anni Sessanta in poi del Novecento, parte del mondo ebraico ha cambiato decisamente opinione su Pio XII, qualificandolo come amico del nazismo, pavido come un Pilato che non ha osato alzare la voce durante l’Olocausto.
La conseguenza di questa presa di posizione è evidente nella scritta «Pio XII e l’Olocausto» nel Mausoleo della memoria a Gerusalemme, in cui si afferma che il pontefice non «ha protestato verbalmente o per iscritto» per l’uccisione degli ebrei.
In verità, si dimenticano tanti fatti. Ne citiamo alcuni: l’enciclica in tedesco “Con viva preoccupazione”, di Pio XII, scritta di fatto da Pacelli come Segretario di Stato, condannava il nazismo e il razzismo senza mezzi termini; giunta in maniera rocambolesca in Germania e letta nelle chiese, fece perdere il controllo a Hitler e ai suoi; la condanna del nazismo nel discorso natalizio del 1941 da parte di Pio XII e ancor più forte nel Natale del 1942, dove si denunciava la persecuzione «in nome della razza», fu subito capita da tutti come condanna della persecuzione antiebraica.
Ma poi, anche sulla scorta del dramma “Il Vicario” del tedesco Hochhuth – che oggi si sa scritto anche dietro la spinta sovietica antipapale (non si dimentichi che Pio XII era stato anche fortemente anticomunista), la teoria del silenzio passivo pacelliano ha fatto il giro del mondo, provocando una infinità di testi e film più o meno seri, nonostante l’apertura vaticana degli Archivi fin dal 1981.
Questo il passato. Oggi si è fatto un timido passo in avanti. Infatti nel suddetto museo – secondo le rivelazioni del quotidiano “Haaretz” – ci sarebbero dei cambiamenti nelle scritte al Mausoleo: al posto di «Pio XII e l’Olocausto», si porrebbe «Il Vaticano e l’Olocausto» e il papa verrebbe accusato di «mancanza morale», una soluzione più morbida rispetto a quella accusatoria precedente. Un piccolo passo in direzione di una verità più serena.