Pina, 94 anni e un computer

Tutto è iniziato con un regalo. Grazie ai suoi racconti “di contenuto”, s’è creato tutto un giro di amici via mail
Pina Tosi

Pina vive a Roma. Suono al campanello di casa sua e lei – una signora distinta, addirittura raffinata – mi accoglie con grande garbo e semplicità. Dopo l’invito a sedermi su una poltrona della sala, mi propone, col caldo che fa, qualcosa da bere: un bicchiere d'acqua oppure un… tamarindo.

Un tamarindo? Credo si intenda una bibita, mi sento ignorante… Inizia così la nostra conoscenza. Pina ha vissuto la guerra, la ricostruzione, il boom economico, gli anni di piombo, e via via, fino ai giorni nostri. È seduta di fronte a me accanto ad un computer, il “suo” computer. «È un regalo di qualche anno fa; me l'hanno fatto i miei figli per il mio novantesimo compleanno», spiega.

 

Strano, penso io, trentenne che non sa cosa sia un tamarindo, guardando lei che suppongo non abbia molta confidenza con un computer. «In effetti – soggiunge Pina – non lo so usare molto bene. Vado solo su Internet e uso la mail. All'inizio non sapevo dove mettere le mani, ma poi ho preso delle lezioni e adesso, a 94 anni, mi limito all'essenziale».

Presto scopro che la signora Tosi è un'assidua frequentatrice del web. Con il pc che ci guarda da dietro le sue spalle come farebbe un gatto che dorme su un pianoforte, Pina mi narra come è iniziata la sua avventura con Internet. «Del computer – dice – all'inizio non sapevo proprio cosa farmene; poi però ho cominciato a prenderci dimestichezza. Nel frattempo di nascosto, per farmi una sorpresa, circa due anni fa mia figlia mi aveva iscritta ad un club letterario su Internet, un club di poeti, dove ogni membro aveva la possibilità di scrivere e raccontare ciò che voleva».

Pina continua a stupirmi. Adesso magari viene fuori che oltre che informatica, è anche una scrittrice… «In effetti io non sono né una scrittrice, né una poetessa. Ma alcuni anni fa i miei figli mi avevano convinta a scrivere la mia storia per conoscere le loro radici…

 

«È successo – continua – che, non sapendo cosa scrivere in questo club letterario, ho provato a ritirare fuori i ricordi fissati nella mia piccola autobiografia. Sulla guerra ho raccontato tanto. Ho cercato di pubblicare soprattutto le cose più allegre e, devo dire la verità, hanno avuto un grande successo».

E gli altri di cosa scrivevano? «È qui che sta il nocciolo della cosa, perché in questo club stava prendendo piede sempre di più un unico argomento: il sesso. Allora ho pensato: proviamo a mettere giù qualcosa di spirituale. E ho cominciato… È andata che ho finito per scrivere più pagine di prima, dietro richiesta di tanti».

È stato un successo di pubblico, insomma… «Indubbiamente. Ma questa mia iniziativa, che portava in luce la posizione di una persona che cerca di essere cristiana, ha cominciato a stimolare altri membri del club che prima subivano, diciamo così, in silenzio, la scelta dei contenuti “poveri” via via pubblicati. E altri iscritti hanno cominciato a qualificarsi anche loro come “credenti”».

 

Non c’è che dire, un'esperienza contagiosa… «Beh sono uscite “allo scoperto” una decina di persone. Il bello è che neanche a loro piaceva la situazione e come stavano prendendo piede racconti e poesie a sfondo esclusivamente sessuale. Insomma è bastato dare il via. Nello stesso tempo è diminuito il tono dei contributi a sfondo più o meno osceno».

E poi gli altri sono andati avanti da sé… «Sì, solo che a un certo punto mi ero stancata, vedevo che non mi era più possibile continuare a pubblicare i miei racconti sul sito. Ho deciso di scrivere una lettera di saluti e di ringraziamenti per “congedarmi”, diciamo».

In che periodo era? «Era proprio sotto le feste di Natale. E allora ho scritto: “Durante le feste ognuno si affanna, tutti vanno di corsa, tutti vanno e vengono dai negozi per i regali ma… al Festeggiato il regalo chi glielo fa?”. Ecco, mi ricordo che in tanti mi hanno scritto per chiedermi di non interrompere i miei interventi tra le pagine del club, questa testimonianza che era anche a loro di sprone».

 

Adesso però il club letterario ha chiuso… «Sì, ma ho un giro di amici con cui corrispondo regolarmente via mail. Senza contare che i membri del club continuano a raccontarmi i loro problemi ai quali cerco di rispondere».

Fa caldo. Pina si alza un momento e va in cucina a prendermi un bicchiere d'acqua. Quasi quasi sarei tentato di chiederle un… tamarindo.

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