Pietre d’inciampo

Il 28 gennaio 2010, per la prima volta in Italia verranno installate le "pietre d'inciampo" davanti alle case degli ebrei italiani deportati dai nazifascisti nei campi di concentramento.
pietre inciampo
L’Amicizia Ebraico Cristiana di Napoli, in occasione del compimento dei novant’anni di Alberta Levi Temin, decana della Comunità ebraica di Napoli, insignita di numerosi premi e attestati per la sua infaticabile opera in favore della pace e del dialogo, in particolare fra le giovani generazioni, ha deciso di intraprendere un’iniziativa che da un lato potesse attestare l’affetto di quanti la conoscono, e dall’altro potesse radicarsi nel cuore della sua esistenza. Nel concreto e basandosi su di una esperienza fatta precedentemente da una socia dell’associazione, Miriam Rebhum, si è pensato di far venire in Italia l’artista tedesco Gunter Demmin per far installare, per la prima volta nel nostro paese, delle pietre d’inciampo, Stolpersteine in tedesco.

Ma cos’è una pietra d’inciampo? Come nasce quest’idea? Nel 1993 Demming fu invitato a Colonia per un’installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All’obiezione di un’anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l’artista decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e alla testimonianza dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, rom, omosessuali. Le prime Stolpersteine risalgono al 1995, a Colonia; da allora ne sono state installate più di 22.000 in Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi e Belgio. L’artista sceglie il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto uno o più deportati e vi installa altrettante “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (cm. 10×10). Li distingue solo la superficie superiore, a livello stradale, poiché di ottone lucente. Su di essa sono incisi: nome e cognome del deportato, anno di nascita, data e luogo di deportazione e, quando nota, data di morte. L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale, costringe chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e a quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità. E proprio in quest’ottica si inserisce la vicenda legata ad Alberta.

ll 16 ottobre del 1943, a Roma, Alberta, per puro caso (come dice Lei), è scampata al rastrellamento nazifascista. Arrivata da appena tre giorni da Ferrara, era ospite a casa dei suoi zii, Mario e Alba, e di suo cugino Giorgio, in via Flaminia 21.All’arrivo dei nazisti ebbe la prontezza di uscire fuori ad uno dei balconi dell’appartamento, sfuggendo così alla vista dei militari tedeschi. Lei si salvò, mentre i suoi cari, portati nei campi di concentramento, furono uccisi dopo pochissimi giorni. Le pietre d’inciampo, per l’esattezza tre, saranno poste il prossimo 28 gennaio, in occasione della giornata della memoria, nel marciapiede prospiciente l’edificio da dove furono prelevati gli zii e il cugino. Sono state coinvolte, per questo progetto, 6 municipalità della città di Roma, e le pietre di inciampo che verranno poste il 28 gennaio 2010 sono 30. L’Amicizia Ebraico Cristiana di Napoli, per favorire il ripetersi di tale iniziativa anche in altre città, ha scelto di delegare la promozione dell’evento alla Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane. Adachiara Zevi, insieme a ANED (Associazione Nazionale ex Deportati), ANEI (Associazione Nazionale ex Internati), CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Museo Storico della Liberazione, Incontri Internazionali d’Arte e ad un comitato scientifico, si è fatta carico di ideare l’intera realizzazione del progetto che è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. L’iniziativa, dopo il 28 gennaio, proseguirà con l’apertura di uno “sportello” cui potranno rivolgersi quanti intendono ricordare, in questo modo,familiari o amici deportati. L’obiettivo è la costruzione di una grande mappa urbana della memoria. All’iniziativa è affiancato un progetto didattico:“Memorie d’inciampo a Roma”; ogni Municipio ha scelto alcune scuole affidando loro la ricerca storica sui deportati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini; il 28 gennaio gli studenti leggeranno i primi risultati del loro lavoro. A ricerca ultimata tutto il lavoro fatto sarà documentato in un volume che conterrà testi storici e critici, biografie dei deportati redatte dagli studenti, l’illustrazione fotografica delle installazioni e CD con le riprese filmate della giornata del 28 gennaio. La presentazione del volume è prevista per il 16 ottobre 2010, anniversario della deportazione degli ebrei romani dal Ghetto.

 

(dal blog "In…cammino" di P. Lubrano e R. Sessa)
 
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