In piedi per la senatrice Segre
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Mercoledì 30 ottobre il Senato della Repubblica Italiana ha approvato la mozione che «delibera di istituire una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, costituita da 25 componenti». La commissione è già chiamata “Commissione Segre”, da Liliana Segre, senatrice a vita e testimone della Shoah, che ne è la prima firmataria. Il testo approvato stabilisce i compiti della Commissione, che sono «di osservazione, studio e iniziativa per l’indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche».
La Commissione oltre a controllare e indirizzare l’attuazione delle convenzioni e degli accordi sovranazionali e internazionali e della legislazione nazionale relativi ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e di istigazione all’odio e alla violenza, nelle loro diverse manifestazioni, “svolge anche una funzione propositiva, di stimolo e di impulso, nell’elaborazione e nell’attuazione delle proposte legislative”.
Un passo importante per il Paese. Riaffermare, in tempi di crescenti tensioni sociali, la libertà come valore imprescindibile al vivere comune, e creare una Commissione perché ne favorisca la tutela, non può che essere a beneficio di tutti. La mozione non ha ottenuto in Senato l’unanimità che si auspicava, ma è stata approvata con 151 voti a favore, 0 contrari, 98 astensioni. Ad approvazione avvenuta gran parte dei senatori si è alzata in piedi per omaggiare la senatrice Segre, mentre quelli appartenenti al centrodestra, che si erano astenuti, sono rimasti seduti senza applaudire.
È un peccato che anche un momento come questo sia macchiato dalle polemiche dovute ai distinguo di una parte delle forze politiche. Ma questo è l’ormai abituale, spiacevole, segno della divisione profonda che separa gli italiani, che è viscerale e non riesce a essere superata neppure in situazioni come queste, che dovrebbero essere super partes. Perché proprio il lavoro di questa Commissione potrà aiutare a garantire a tutti gli italiani il rispetto della propria libertà di coscienza e di espressione, sempre nei limiti che non travalicano i diritti della libertà altrui e dell’autentica espressione della democrazia. Al di là di ogni ideologia.