Piccoli furti rivelatori
«Pensiamo che nostra figlia di 16 anni abbia preso in casa, di nascosto, una piccola somma. Lei nega e si è chiusa “a riccio”. Era meglio far finta di niente?».
A. L.
«Pensiamo che nostra figlia di 16 anni abbia preso in casa, di nascosto, una piccola somma. Lei nega e si è chiusa “a riccio”. Era meglio far finta di niente?».
A. L.
Il dialogo con i figli è indispensabile. Degli interrogatori invece si può fare a meno, perché spesso si riducono a monologhi che nascono dall’aver provato una fiducia tradita. Se vostra figlia nega il fatto, è più utile per lei e per voi uscire da quel singolo fatto e allargare i temi della vostra comunicazione, per evitare il “muro contro muro”. C’è in vostra figlia un bisogno segreto di essere capita e di capirsi, tipico della sua adolescenza. È un bisogno poco chiaro all’apparenza, perché coperto da altri sentimenti: la vergogna, la rabbia, le paure personali.
Questa circostanza che vi è accaduta rappresenta una buona occasione per mettere in pratica il vostro desiderio di volerle bene. Perdere per amore il vostro dispiacere le farà sperimentare la gioia di essere perdonata. Con un atteggiamento più distaccato e un po’ di tempo speso insieme sarà più facile per voi genitori arrivare a intuire le ragioni di un comportamento che ora sembra incomprensibile. È la strada del “farsi uno”, che non è immediata e vuol dire andare a trovare i ragazzi nel loro mondo, anche spirituale, cogliendo in essi, attraverso i fatti che accadono, il bisogno di essere amati e di amare.
Offritele la possibilità di fare qualcosa di bello per la sua famiglia, offritele ammirazione e stima per qualcosa che fa con i fratelli o i compagni. Ne avrà nuova forza per essere sé stessa mentre è alla ricerca della sua autonomia.