Picchi di violenza nella città di Bamenda

Da quasi due mesi lo sciopero di insegnanti e avvocati di lingua anglofona paralizza il Paese. Marginalizzati dalla maggioranza francofona, chiedono il riconoscimento del sistema educativo e legislativo britannico come era stato previsto fin dalla nascita dello Stato africano
Bamenda

L’8 dicembre, Bamenda nel nord-ovest del Camerun ha vissuto una giornata di violenza.
Alcuni giovani hanno impedito lo svolgimento di una riunione del partito di governo, il Movimento Democratico del Popolo del Camerun (RDPC), e i violenti scontri con la polizia hanno lasciato sul terreno almeno due morti, secondo la televisione di Stato, mentre l’opposizione denuncia un numero maggiore di vittime.


A Bamenda, le attività pubbliche sono paralizzate per diverse settimane a seguito di uno sciopero costante da parte degli insegnanti di inglese e degli avvocati. Giovedi c’è stata un'escalation di violenze e tenzione che ha riunito il malcontento della popolazione contro le forze dell’ordine a seguito soprattutto della decisione del RDPC di organizzare un meeting per la pace che aveva l’intenzione di placare gli animi dei manifestanti. Il risultato è stato fallimentare perché la manifestazione, proprio per le rivolte dei giovani, è stata annullata e una stazione della polizia è stata data alle fiamme, provocando la reazione delle forze dell’ordine che hanno sparato proiettili veri contro i manifestanti. Quelli feriti sono stati caricati sui furgoni della polizia e al momento secondo l’opposizione risultano scomparsi. Le autorità camerunensi hanno rinnegato categoricamente che tali azioni siano riconducibili alla polizia. Al momento la situazione sembra essersi calmata, ma diverse strade in città sono ancora bloccate con barricate di fortuna.


Da diverse settimane, la minoranza anglofona del Paese – circa il 20% dei 22,5 milioni camerunensi – sta protestando contro la loro "marginalizzazione" e dal 21 novembre hanno deciso di sospendere le lezioni in università, college e scuole in diverse città, situate nelle due regioni di lingua inglese. Agli insegnanti si sono aggiunti gli avvocati che chiedono per le loro regioni l’applicazione della "common law" (il sistema giuridico anglosassone) e la traduzione in inglese del codice OHADA.
Ufficialmente, la Costituzione camerunese ha adottato inglese e francese come lingue ufficiali di pari valore e si è impegnata a garantire la promozione del bilinguismo in tutto il territorio, ma secondo il deputato Joshua Osih, vice Presidente della SDF (Fronte Democratico sociale), gli anglofoni sono emarginati e la redazione dei documenti (ufficiali) in entrambe le lingue, non avviene in contemporanea poiché i documenti vengono redatti in francese e dopo vengono tradotti in inglese con notevole ritardo.

La questione anglofona è molto complessa e ha le sue origini nella storia del Paese. Il Camerun, ex colonia tedesca, è stato diviso in due parti dalla Società delle Nazioni, dopo la prima guerra mondiale (1914-1918): una parte è finita sotto il dominio francese e l’altra al confine con la Nigeria è finita sotto il protettorato britannico.
Nel 1960, la parte di Camerun soggetta all’amministrazione fiduciaria francese ottenne l'indipendenza con la forza delle armi. Un anno dopo, le Nazioni Unite organizzarono un referendum tra gli anglofoni, che decisero di passare alla vicina Nigeria e l'altra (più a sud) di restare legata al Camerun, chiedendo di mantenere il sistema giuridico e il sistema educativo ereditato dalla Gran Bretagna.
Il federalismo ha governato il Paese tra il 1961 e il 1972, quando il primo presidente Ahmadou Ahidjo proclamò la Repubblica unita, lasciando in sospeso pero’ la questione del bilinguismo.​

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