PFM La nuova Buona Novella
A quarant’anni dall’originale, A.D. 2010 – La Buona Novella (Edel) rivisita l’opera essenzialmente dal punto di vista stilistico.
Per molti la PFM, acronimo di Premiata Forneria Marconi, sottintende i padri fondatori del rock nostrano: fin dall’alba dei Settanta, quando cominciarono ad aprire una prima credibile via italiana al rock: a tutt’oggi gli unici in grado d’affrontare sul serio i mercati anglo-statunitensi.
Allo stesso modo, La Buona Novella di Fabrizio De André è forse l’album che più d’ogni altro ha saputo sintetizzare in sé la mistica rockettara o, se preferite, quel mix d’idealismo e ribellismo che fu il motore più genuino e appassionato del Sessantotto. Dieci canzoni, ispirate dai Vangeli apocrifi, dove la figura di Gesù è colta soprattutto nella sua appassionata carica rivoluzionaria: un capolavoro visionario certamente segnato dal clima socio-culturale di quegli anni, ma capace d’affascinare anche oggi al di là della sua dichiarata “non ortodossia”, per la radicalità – anche politica – del messaggio sottinteso.
Non a caso le strade del cantautore genovese e del gruppo milanese s’incrociarono più volte, nel segno d’una evidente affinità elettiva. Così la rilettura operata da Di Cioccio, Djivas e Mussida, ovvero quel che resta dalla formazione originale, risulta tutt’altro che pretestuosa e, a conti fatti, più che interessante, specie per chi all’epoca degli originali non era neppure nato.
A quarant’anni dall’originale, A.D. 2010 – La Buona Novella (Edel) rivisita l’opera essenzialmente dal punto di vista stilistico: sostituendo alla sobrietà primigenia (tutto giocata sul chitarrismo acustico tipico dei folk-singers americani e degli chansonniers francesi), architetture sonore di ben più ampio respiro. Il risultato ha le sembianze di un’opera rock, che se da un lato rievoca i fasti e l’energia dell’indimenticabile Jesus Christ Superstar, dall’altro s’aggancia alla tradizione e alle produzioni più convincenti della rock band lombarda: dando così nuova lucentezza alla poetica ancora attualissima dell’indimenticabile Faber.