Pfas: Missione Onu in Veneto
E alla fine arriva anche l’Onu. L’appello lanciato lo scorso 25 settembre da genitori e cittadini del Veneto, su iniziativa del gruppo Mamme No Pfas e di altre associazioni come Greenpeace e Pfas.land, è stato infatti accolto dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite: che invierà una missione del suo dipartimento che si occupa di diritti umani e sostanze tossiche a verificare di persona la situazione dell’inquinamento da Pfas.
Qui, lo ricordiamo, da ormai decenni le falde acquifere di un’ampia porzione della Regione – a cavallo tra le province di Vicenza, Verona e Padova – sono state contaminate da queste sostanze, usate come impermeabilizzanti nell’industria chimica (e nel caso di specie dalla Miteni di Trissino): è stata dunque accolta la tesi secondo cui questa sarebbe una violazione del diritto all’informazione, alla salute e al rimedio effettivo alla popolazione, sanciti dagli articoli 2, 8, 10 e 13 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
La missione sarà in Veneto dal 30 novembre al 4 dicembre 2021; e incontrerà autorità ed enti locali, regionali e nazionali, oltre a raccogliere le testimonianze dirette dei cittadini dei territori coinvolti. Certo, si potrà obiettare che l’Alto Commissariato della Nazioni Unite ha ben poco potere effettivo sugli Stati membri dell’Onu; ma un suo intervento avrebbe in ogni caso un alto peso politico, tale da smuovere – auspicabilmente – una situazione che appare bloccata o quantomeno in movimento lentissimo.
Gli estensori dell’appello fanno peraltro notare che non è solo sul Veneto che l’attenzione degli organismi internazionali deve rimanere alta: «Non dobbiamo trascurare lo spostamento della produzione del C6O4 alla Solvay di Spinetta Marengo e degli impianti Miteni in India – scrive nelle righe finali della lettera all’ONU Alberto Peruffo (PFAS.land), estensore della Call for Inputs all’Alto Commissario delle Nazioni Unite, a Marcos Orellan, inviato su invito di Giuseppe Ungherese (Greenpeace Italia) -. Chiediamo un’indagine e attenzione internazionali. Il crimine ambientale è un crimine sociale e la violenza multispecie e multiverso di questo crimine non deve essere trascurata. Questa è la nostra tesi. Cambiando l’approccio, cambia il mondo».