Pezzi di storia

Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana, sulla strage alla Banca dell’agricoltura milanese oltre 50 anni fa, e Diaz di Daniele Vicari, sugli interventi della polizia nella scuola genovese durante il G8, sono film che fanno pensare.
Scena da "Diaz"

Resiste il cinema civile. Anche se, abituati alla “commedia all’italiana”, più o meno trash, rischiamo di non farci caso. Questa volta però, non foss’altro per le polemiche mediatiche, occorre farci attenzione. Infatti, Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana, sulla strage alla Banca dell’agricoltura milanese oltre 50 anni fa, e Diaz di Daniele Vicari, sugli interventi della polizia nella scuola genovese durante il G8, sono film che fanno pensare. Si può essere o meno d’accordo sull’interpretazione della storia – un regista è un narratore, non uno storico –, ma il fatto è che la civiltà della violenza, presente anche oggi nel Belpaese, viene evidenziata senza alcuna remora. Di fronte a una generazione che la vuole dimenticare e ai giovani che non la conoscono, perché figli di un “altro” mondo. Misteri e violenza, mancanza della verità. Cercata da Giordana e Vicari con stile e animo diversi, ma con sincerità.
Romanzo di una strage, con un cast notevole di attori (Favino, Mastandrea, Cescon, Colangeli, Marchesi…), è polittico notturno, glaciale, impietoso. Grande la scena dell’esplosione rivissuta in un tram dai semplici passeggeri.
Diaz è l’immagine della violenza sulla gioventù inerme e spavalda. Film notturno ma passionale, commosso.
Val la pena vederli questi film. Per discutere e forse capire meglio il nostro presente, senza ideologismi mediatici.
 
 
Valutazione della commissione nazionale film:
Romanzo di una strage: consigliabile, problematico, dibattiti.
Diaz: complesso, problematico (prev.).

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