Peterloo: la storia si ripete

Peterloo è il nuovo lavoro di Mike Leigh, regista vincitore della Palma d'oro a Cannes per Segreti e bugie e del Leone d'oro a Venezia per Il segreto di Vera Drake. Il film, ambientato nel 1819, racconta una pagina terribile della storia britannica. Il massacro di Peterloo, un evento in cui le forze dell'ordine caricarono su una folla pacifica di manifestanti a Manchester. Finì in tragedia.

Manchester, St. Peter’s Field,  16 agosto 1819. Oltre 60mila persone si trovano per un raduno politico, in modo pacifico. Vogliono più democrazia, aiuto alle classi operaie povere, diritto di voto. Il re con l’aiuto dei proprietari terrieri e industriali, cioè gli aristocratici, fa attaccare la manifestazione che finisce nel sangue.

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Paterloo, diretto con grande rigore e passione da Mike Leigh, è uno di quei film che bisogna vedere. Il motivo non sta solo nella perfetta ricostruzione storica –  ambienti, costumi, personaggi -, ma nella riflessione esplicita:  i deboli troppo spesso sono vittime dei potenti, la democrazia ed ogni vittoria sull’ingiustizia si paga sempre con il sangue. Dall’inizio della storia è stato così e sembra che l’uomo non riesca  ad imparare che la legge del rispetto reciproco  favorisce la crescita della civiltà. Il regista, che cinque anni fa presentò il bellissimo Turner, torna dunque con il film, presentato a Venezia 2018, che ha un forte impatto emotivo, visivo ed evocativo. Ogni personaggio è contornato abilmente come fosse vivo, ogni scena acquista una valenza teatrale vera, il grande momento della strage degli innocenti – filmato con dettagli inesorabili – diventa un epos sanguinoso come fosse una battaglia omerica o un conflitto mondiale.

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Il film consta di tre parti legate e distinte: la crisi del potere centrale e l’effetto sulle classi disagiate dopo le guerre napoleoniche; i discorsi degli eroi e la preparazione del raduno; l’evento distrutto nel sangue. Per quanto il film duri 154’, pure la carica di significato è profonda, l’affresco risulta spiazzante e terribilmente attuale.  Basti solo pensare al mondo contemporaneo dei diritti dei deboli calpestati. La regia ci mette dentro alle vicende personali e della folla, ci fa soffrire e sperare – il cast attoriale è superbo -, lottare, sentire autentica la sofferenza degli umili e il disprezzo dei potenti – il re imbelle è una caricatura. Avvertiamo che tutto ciò non è finito e dura ancora. Di qui la stringente forza di un film bello e tremendo, ansioso per la pace e la giustizia. Per nulla retorico, anzi fascinoso.

Ecco il trailer.

 

 

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