Perù, magistrati indagati per corruzione

L’intero Consiglio nazionale della magistratura è stato sospeso. Vari giudici sono stati indagati o dichiarati in arresto per traffico di influenze. Si lotta contro un tumore presente nei gangli dello Stato e che ha invaso anche la politica.  
Martìn Vizcarra, presidente del Perù (foto Ap).

È entrata in una fase molto delicata la crisi istituzionale che si vive in Perù, dove il potere giudiziario è avvolto da gravissimi scandali. Lo scorso giovedì ha rinunciato alla sua carica il presidente del potere giudiziario, ore dopo aver firmato il provvedimento che dichiara la magistratura in stato di emergenza per i prossimi 90 giorni, durante i quali verranno applicate modifiche all’intera organizzazione. Nel frattempo, il Parlamento ha votato all’unanimità la destituzione dei membri del Consiglio nazionale della magistratura, uno dei quali era già stato sospeso, perché indagato per corruzione.

Vari alti rappresentanti della magistratura sono stati sospesi o arrestati dopo la diffusione di registrazioni audio di conversazioni compromettenti, nelle quali i giudici accettavano di modificare sentenze, favorire candidati affini a certi partiti per occupare tribunali delicati o negoziare provvedimenti giudiziari con alcuni imprenditori. Tra le figure coinvolte, il giudice della Corte suprema, César Hinostroza, che è stato sospeso, mentre è agli arresti il presidente della Corte superiore del Callao. Lo scorso anno, una sua sentenza, aveva modificato la giurisprudenza in merito al riciclaggio di denaro e del dispositivo ne approfittò l’ex segretario del partito Fuerza Popular (che ha la maggioranza in Parlamento), indagato perché non riusciva a giustificare nel bilancio finale la scomparsa di 7 milioni di dollari.

La corte presieduta da Hinostroza doveva inoltre pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione del procedimento contro la leader di Fuerza Popular, l’ex candidata alla presidenza Keiko Fujimori, accusata di aver ricevuto finanziamenti illeciti da una compagnia offshore durante la campagna di due anni fa. Inoltre, quattro giudici della Corte del Callao, designati senza concorso, sono stati sospesi mentre sono indagati dagli inquirenti.

Il presidente della Repubblica, Martín Vizcarra, ha annunciato l’intenzione del suo governo di riformare il potere giudiziario, ma non ha ancora specificato come. Vizcarra ha comunque espresso il suo plauso per la votazione unanime dei parlamentari. «Ora dobbiamo continuare a lavorare per restituire a tutti i peruviani la fiducia nelle loro istituzioni», ha affermato. Nella scorsa settimana, a Lima e in una decina di città del Paese, si sono svolte manifestazioni di protesta contro la corruzione – da tutti conosciuta – nei gangli dello Stato. Sindacati, organizzazioni della società civile, università, intellettuali, studenti, artisti, politici e cittadini comuni hanno sfilato per le strade della capitale chiedendo di liberare le istituzioni da un tale tumore.

Peru Fujimori ReleasedPurtroppo, già si intuisce che non sarà facile. La corruzione affligge anche il mondo politico: praticamente dagli anni ’90 in avanti, tutti i presidenti che si sono succeduti sono indagati, sotto processo, detenuti o condannati per delitti vari, spesso per corruzione. Tra questi, Alejandro Toledo, che ha preferito fuggire all’estero per evitare la cattura. A marzo, rinunciò il presidente Kuczynski, i cui emissari vennero sorpresi a comprare voti in Parlamento. Il suo periodo di mandato sarà completato da Vizcarra.

La novità, rispetto al passato, non è certo la corruzione in sé, ma – forse – il fatto che oggi questi reati sono di dominio pubblico e non sono gestiti dietro le quinte. Le indagini, d’altronde, arrivano, come si è visto, fino alle massime cariche dello Stato. Non ci sono dubbi che nel Paese esiste una questione morale. Luglio è il mese delle celebrazioni dell’anniversario dell’indipendenza del Perù. Ed è tradizione che le scuole partecipino a sfilate civiche. Ma vari presidi hanno annunciato che quest’anno i loro istituti non sfileranno perché in lutto. Per loro è piuttosto il momento di riflettere e di prendere coscienza del male prodotto dalla corruzione. Una decisione saggia. Gli anticorpi di questa crisi vanno ricercati e coltivati nei giovani.

 

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