Perdono umile, ascolto compassionevole, impegno chiaro

Il vescovo irlandese di Limerick commenta le parole del papa sugli abusi sui minori compiuti da sacerdoti e vescovi
Papa a santa marta

 L’incontro del papa con le sei vittime di abuso sessuale contro minori da parte di membri del clero – tre uomini e tre donne provenienti da Germania, Irlanda e Regno Unito – è stato molto significativo, sia nelle parole pronunciate che nel gesto compassionevole d’ascolto, nonché nella sua dichiarazione: «Mi impegno a non tollerare il danno recato ad un minore da parte di chiunque (…). Tutti i vescovi devono esercitare il loro servizio di pastori con somma cura per salvaguardare la protezione dei minori e renderanno conto di questa responsabilità».

La richiesta di perdono è stata umile e sentita come tale dalle vittime che si sono dichiarate colpite dalla sua capacità d’ascolto senza fretta, sapendosi immedesimare con la loro sofferenza. Sono rimasti commossi per la possibilità di avere un incontro così approfondito e personale, visto che il papa si è intrattenuto con ciascuno di loro per circa mezz'ora. 

Forte è stata la denuncia formulata durante l’omelia della messa mattutina a Santa Marta, di quei membri del clero che, con atti deprecabili, «hanno profanato la stessa immagine di Dio» in una sorta di «culto sacrilego».  D’altra parte il papa ha chiaramente riconosciuto il danno provocato dai «peccati di omissione da parte dei capi della Chiesa che non hannorisposto in maniera adeguata alle denunce di abuso presentate da familiari e da coloro che sono stati vittime di abuso».

Padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, ha parlato di colloqui «coinvolgenti, intensi, molto impegnativi per una persona che cerca di immedesimarsi in modo molto profondo»

Le parole e il gesto del papa sono molto significativi perché spesso una dimensione profonda della piaga che soffrono le vittime è proprio il non essere ascoltate e credute. Come conseguenza, cercano spesso compensazioni nelle dipendenze e sperimentano seri disturbi nelle relazioni con genitori, coniugi e figli. In alcuni casi giungono al suicidio.

Il gesto rappresentativo di sei vittime ospiti del papa a casa sua, che parlano e pregano con lui, diventa così un simbolo di una Chiesa che vuole veramente ricominciare a fare tutto il possibile per assicurare che tali peccati non si ripetano più nella Chiesa.

Nel corso della Conferenza dei vescovi anglofoni cattolici tenutasi al collegio irlandese di Roma in questi giorni, l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, ha affermato che dobbiamo sempre dirci e ripeterci che l’abuso dei minori «non dovrebbe essere mai successo nella Chiesa di Gesù Cristo perché Gesù ci dice che i bambini sono un segno del Regno di Dio». La Chiesa, ha continuato l’arcivescovo Martin, non deve diventare semplicemente un luogo sicuro per bambini, ma deve trasformarsi in luogo privilegiato di guarigione per le vittime.

C’é tanta strada da fare per arrivarci. Ma l’incontro di papa Francesco con le sei vittime a Santa Marta è un segno profetico che indica come procedere.

 

 

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