Percorsi d’amore
Raitre, ogni domenica, ore 23,40. Il titolo, gentile e misurato, fa dilatare i polmoni e suscita aspettative. Percorsi d’amore si chiama il programma di Anna Scalfati e Daniele Carminati. Non è una novità. Il ciclo di sei puntate che stiamo vedendo in questo inizio d’estate è in realtà la quarta edizione di una lunga inchiesta cominciata anni fa attorno ad una parola inflazionata: amore. La trasmissione si sforza di non usurarla ulteriormente e di prenderla sul serio, senza banalizzarla. Amore, nell’accezione di questi percorsi televisivi, non è termine declinato solo nella sua versione più alla moda: come cosa facile, sostituibile, indolore, trascinante finché dura. I due autori sondano anche altri aspetti: l’impegno per tenerlo in vita, la fedeltà, il valore del sacrificio, la ricchezza del dono gratuito. Valori che spesso vengono evitati dal chiacchiericcio dei talkshow, tutti presi dal vortice del chi seduce chi. Il programma ha due anime: Carminati (che firma anche la regia) indaga sul campo, la Scafati, in una saletta di montaggio, discute sugli spunti offerti dalle immagini con un ospite che ha vissuto in prima persona le esperienze in questione. Nella prima puntata della nuova serie si è parlato ad esempio di giovani sesso e droghe. Facendo proprio il ritmo dei videoclip, la parte di inchiesta sembrava inseguire troppo il modello deteriore di Lucignolo, l’approfondimento di Italia uno che, dichiarando la volontà di indagare nel mondo segreto dei giovani, spesso finisce in realtà nel voyeurismo più spinto. Migliore è apparsa la parte di dibattito che aveva per protagonista una mamma alle prese con i disagi e i problemi di tutti i giorni di un figlio adolescente. Forse peccava unpo’ di superficialità, ma l’effetto signora mia, che brutti tempi è stato evitato. È vero, non c’erano lo psicologo e il sociologo che avrebbero potuto dare risposte e spiegazioni più tecniche. Sembra che nella tv costanziana non se ne possa proprio fare a meno. Ed invece, con rispetto per chi svolge queste nobilissime professioni, nessuno ne ha sentito la mancanza. Quando è la vita che parla, la teoria può, per una volta, tacere. E su questo il programma intende puntare. Dopo il racconto visivo in presa diretta si annuncia sempre la presenza di un controcanto, di una voce fuori dal coro. Nell’ultima puntata la domanda da cento milioni sarà: L’amore esiste? . La risposta sarà quella di persone che non si sono interrogate sull’Amore, ma che lo hanno vissuto in prima persona.