Perchè voterò SI al referendum costituzionale

Renzi ha personalizzato troppo il dibattito ma andando nel merito della riforma si semplifica l'attività legislativa favorendo l'impresa e il lavoro, mentre è importante il ritorno alla competenza dello Stato di settori strategici assegnati finora alle Regioni
voto

Al referendum del quattro dicembre voterò SI perché mi pare importante sostenere ogni  azione pur perfettibile volta a sanare la piaga italiana del non saper più offrire a tutti i giovani una valida prospettiva di futuro verso cui indirizzare le loro energie.

È una piaga che mi viene da definire di decubito, originata dalla immobilità della nostra società per decenni, durante i quali si è avuta una visione del bene comune confinata al presente ed in cui si sono consolidate garanzie per il futuro di chi già era adulto, i cosiddetti diritti acquisiti, senza curarsi degli enormi debiti lasciati in eredità.

 

 

Questa situazione ha creato la rabbia degli esclusi, soprattutto giovani, verso le aggregazioni politiche che ne erano responsabili, inducendo le grandi adesioni al movimento Cinque Stelle ed anche portando alla guida del partito Democratico, grazie alla apertura delle sue elezioni primarie oltre che agli iscritti anche agli elettori, il gruppo della Leopolda guidato da Renzi. Alla guida da tre anni di un governo dalla maggioranza composita figlia delle diverse leggi elettorali di Camera e Senato, Renzi sta riscuotendo un rilevante consenso internazionale, culminato nel passaggio di testimone di Obama quale rappresentante della nuova generazione di politici illuminati.

In questi tre anni Renzi si è fortemente impegnato a realizzare la riforma della Costituzione, con il sostegno di Giorgio Napolitano, che malgrado l’età aveva accettato la proroga di presidente della Repubblica proprio in vista di una riforma capace di demolire gli ostacoli al cambiamento: un compito arduo, visto che fra quanti avevano il compito di approvarla non mancavano coloro che stavano godendo dei benefici  della situazione precedente. 

Purtroppo alla fine Renzi ha danneggiato il lavoro fatto attribuendolo troppo al suo gruppo, sicché per tanti il si o il no al referendum si è trasformato in un voto pro o contro la sua permanenza al governo: ma sarebbe un grosso sbaglio cedere a questa semplificazione, vanificando un lavoro di due anni del parlamento con un voto dettato dalla poca simpatia per lui: Renzi come tutti passa, la Costituzione resta.

 

 

Si è così giunti al referendum, a cui voterò SI non tanto per i risparmi che la riforma potrebbe indurre riducendo il Senato, abolendo  CNEL e province,  quanto perché essa renderebbe più semplice la attività legislativa, oggi rallentata dai rimbalzi delle leggi tra le due camere, che interessi di categoria spesso arrivano a stravolgere, con emendamenti dell’ultimo istante: e questo senza bisogno di sveltire la procedura ricorrendo alla fiducia, che obbliga ad accettare il testo così come lo presenta il governo.

Per dare prospettive ai giovani l’Italia ha bisogno di nuove leggi per sveltire il sistema giudiziario civile e penale, per agevolare l’accesso alle libere professioni, per ammodernare la pubblica amministrazione, per incentivare le energie rinnovabili, per ridurre la spesa pubblica, per incoraggiare le famiglie giovani, per incentivare turismo, cultura e ricerca.

Leggi in grado di convincere chi saprebbe creare attività produttive e posti di lavoro a farlo nel nostro Paese: non solo e non tanto investitori stranieri, ma italiani, a cui non manca certo la fantasia e la spinta all’innovazione e neppure le risorse, oggi impiegate nella finanza, che tra l’altro offre sempre meno profitti, grazie alla politica espansiva di Draghi.

Lo stato italiano ha un alto debito pubblico, anche perché vi sono italiani che nei decenni invece di versare le imposte hanno aumentato i loro risparmi, oggi in media giunti al tredicesimo posto a livello mondiale.

 

 

Della riforma considero particolarmente importante la modifica dell’Articolo V, che riporterebbe allo Stato le decisioni riguardanti i settori strategici oggi  in parte lasciati alle regioni, per i quali è nata una messe di leggi regionali tra loro discordanti e un grande numero di contenziosi: si sono lasciati ad apprendisti stregoni poteri che per il moltiplicarsi del numero di coloro che andavano interpellati per ogni approvazione si sono trasformati in ostacoli, aumentando gli appetiti di chi col diniego poteva bloccare una iniziativa.

Naturalmente quanti oggi prosperano sulla situazione attuale si dichiarano inorriditi per le modifiche alla Costituzione: tra questi  penso vi siano anche coloro che nelle notti convulse dell’ultima formulazione delle modifiche vi hanno inserito una bomba da far scoppiare in occasione del referendum: mi riferisco al lunghissimo testo dell’articolo 70 che elenca le leggi di prerogativa del Senato: è di difficile lettura, perché rimanda ripetutamente a vari commi di altri articoli tra cui decisamente ci si perde: a mio inesperto parere sarebbe bastato affermare in esso che le leggi di competenza del Senato erano quelle espressamente elencate nei diversi articoli della Costituzione.

Malgrado questo, voto SI perché non voglio cadere nella trappola del burocrate che quella notte ha formulato quell’articolo in modo da far affossare il tutto: lo approvo brutto come è, con l’intento di semplificarlo nella futura legislatura, che dovrebbe disporre di una maggioranza meno interessata ai privilegi del passato, approfittando anche per eliminare quelli che nella nuova formulazione purtroppo ancora resistono.

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Questo articolo esprime l’opinione personale di chi lo ha scritto. Città Nuova ha deciso di dare spazio ad un dialogo aperto ed esigente tra i sostenitori del SI e del NO in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre secondo il criterio espresso in questi articoli.

http://www.cittanuova.it/c/458365/Divisi_verso_il_referendum_Appello_ad_un_voto_consapevole.html

http://www.cittanuova.it/c/458287/Il_referendum_alle_porte_Continuiamo_il_confronto.html

Ascoltando l’invito all’unità del Paese come espresso dal Movimento politico per l’unità in Italia

http://www.cittanuova.it/c/457053/Referendum_No_allo_scontro_tra_guelfi_e_ghibellini.html

 

Ovviamente anche le interviste rientrano fisiologicamente nella finalità di offrire un approfondimento nell’ascolto delle ragioni del SI e del NO.

    

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