Perché un attentato a Dacca?
Un’altra carneficina: si parla di almeno 20 ostaggi uccisi, piu’ le forze di polizia e gli attentatori trucidati. E tutto questo in nome di chi? Per alcuni analisti internazionali, esperti di terrorismo, c’è un certo scetticismo nell’attribuire a IS l’attentato: davvero il Califfato e’ dietro questo nuovo e feroce atto?
Sia per le armi utilizzate (si parla di coltelli, lunghi machete, piccole bombe, qualche Ak 22, fucile utilizzato per la caccia di piccoli volatili), che per il modo in cui è stato condotto, secondo le autorità del Bangladesh non c’è una reale presenza di questa associazione criminale nel paese. Ci sono seguaci di vari gruppi islamisti che possono essere più o meno affiliati, interessati alla causa dell’ISIS, come del resto ad altre cause: dipende, diciamo la verità, da chi paga meglio!
Già l’attentato è stato rivendicato sia dall’ISIS che da un gruppo affiliato ad Al Qaeda, Ansar al- Sharia Bangladesh; insomma, una situazione ancora poco chiara che lascia intravedere quanto sia diverso questo attentato da altri, appena messi a segno in Europa. Certo, colpire la piu’ famosa pasticceria della capitale, Holey Artisan Bakery, frequentata da tanti stranieri e soprattutto da italiani, è un chiaro messaggio. Il Califfato ha lanciato, nelle settimane scorse, i suoi seguaci o simpatizzanti ad effettuare azioni locali e autonome, in tutto il mondo, nel nome della guerra santa contro gli infedeli.
Già da qualche tempo si sente parlare nel paese di uccisioni che IS si attribuisce, come una monaca buddhista, un guru hindu, un professore di università. E poi scrittori, blogger e membri della comunità omosessuale: tutti attacchi individuali che le autorità hanno sempre attribuito a singoli fanatici.
Secondo un ex agente della CIA intervistato dalla CNN, un attacco del genere è molto strano in un paese secolare come il Bangladesh, che ovviamente non è preparato per un pericolo del genere: non esiste un vero e propio corpo di polizia opportunamente addestrato per far pronte a queste emergenze. Infatti, dopo alcune ore di trattative, il governo del Bangladesh ha lasciato intervenire l’esercito con un centinaio di soldati, ed il bilancio, dopo ben 4 lunghe ore di sparatorie, al momento è di soli 13 superstiti.
Perché il Bangladesh nel mirino delle organizzazioni terroristiche? Perché trovano facilmente affiliati nelle classi povere e sfruttate. Con poco in Bangladesh si può “comprare” qualcuno; non dobbiamo dimenticare che questo è un Paese dove la vita costa davvero poco e la “tratta umana” è una della attivita’ fiorenti. I profughi Rohingya provengono da questo paese, giusto per dare un esempio; ed un bambino sul mercato può costare più o meno quanto qualche capra. Non scandalizziamoci.
Povertà, emarginazione, facile indottrinamento, sfruttamento: una miscela esplosiva di cui un bel Paese come il Bangladesh è pieno, purtroppo. La classe politica ha fallito, giusto per dare un esempio, nel risolvere la grande emergenza umanitaria di cui soffre il paese: un’enorme massa di persone che si riversa nella capitale Dhaka, per lavorare nelle industrie tessili di tutte le grandi firme del mondo! Forse, se controllate il cartellino della camicia e della maglietta che indossate, può essere “Made in Bangladesh” (se non è stata accuratamente tagliata prima d’andare sul banco del grande magazzino dove vi siete recati).
Sono centinaia e centinaia le persone che subisco incidenti sul lavoro in Bangladesh; basta ricordare quello eclatante della fabbrica di abbigliamento (per l’Europa) Tazreen, dove persero la vita (ufficialmente) 117 persone letteralmente bruciate vive e circa 200 ferite: un incidente che non e’ mai stato risolto, nel senso che non è cambiata la situazione dei lavoratori delle classi povere, sfruttati oltre ogni misura!
Insomma: la prima causa del terrorismo è l’ingiustizia sociale. Riuscirà questo paese a far fronte alla ingiustizia sociale? Sarà una grande sfida.