“Perché hai dubitato?”
Ènotte. I discepoli tentano di attraversare il lago di Tiberiade; la barca è tormentata dalla burrasca e dal vento contrario. Un’altra volta si erano già trovati in una situazione simile; allora il Maestro era con loro sulla barca (1), ora invece egli è rimasto a terra, è sul monte a pregare. Ma Gesù non li lascia soli nella tempesta; scende dal monte, va loro incontro, camminando sulle acque, e li rincuora: Abbiate coraggio, sono io! non temete (2). Sarà vero o è soltanto un’illusione? Pietro, dubbioso, gli chiede una prova: poter camminare anche lui sulle acque. Gesù lo chiama a sé. Pietro esce dalla barca, e il vento minaccioso lo spaventa e comincia ad affondare. Gesù allora lo afferra per mano dicendogli: Uomo di poca fede, perché hai dubitato?. Anche oggi Gesù continua a rivolgerci queste parole ogni volta che ci sentiamo soli e impotenti nelle tempeste che spesso si abbattono sulla nostra vita. Sono malattie o gravi situazioni familiari, violenze, ingiustizie… che insinuano nel cuore il dubbio se non addirittura la ribellione: Perché Dio non vede? Perché non mi ascolta? Perché non viene? Perché non interviene? Dov’è quel Dio Amore in cui ho creduto? È soltanto un fantasma, un’illusione?. Come ai discepoli impauriti e increduli, Gesù continua a ripetere: Abbiate coraggio, sono io! non temete. E come allora scese dal monte per farsi vicino a loro in difficoltà, così ora egli, il Risorto, continua a venire nella nostra vita e cammina accanto a noi, si fa compagno. Non ci lascia mai soli nella prova: lui è lì per condividerla. Forse non lo crediamo abbastanza, per questo ci ripete: Uomo di poca fede, perché hai dubitato?. Queste parole, oltre che un rimprovero, sono un invito a ravvivare la fede. Gesù, quand’era sulla terra con noi, ha fatto molte promesse, ha detto, ad esempio: Chiedete e otterrete… (3); Cercate prima il regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta (4); a chi avrà lasciato tutto per lui sarà dato il centuplo in questa vita e in eredità la vita eterna (5). Tutto si ottiene, ma occorre credere all’amore di Dio. Per dare, Gesù domanda che almeno si riconosca che lui ci ama. Invece spesso ci si affanna come dovessimo affrontare la vita da soli, come fossimo orfani, senza un Padre. Al pari di Pietro, siamo più attenti alle onde agitate che sembrano sommergerci che non alla presenza di Gesù che poi ci prende per mano. Se ci fermassimo ad analizzare ciò che ci fa male, i problemi, le difficoltà, sprofonderemmo nella paura, nell’angoscia, nello scoraggiamento. Ma non siamo soli! Crediamo che c’è Qualcuno che ha cura di noi. È a lui che dobbiamo guardare! È vicino anche quando ci sembra di non avvertirne la presenza. Crediamolo, fidiamoci di lui e affidiamoci a lui. Quando la fede viene passata al vaglio, lottiamo, preghiamo, come Pietro che gridò: Signore, salvami! (6) o come i discepoli in un’analoga situazione: Maestro, non t’importa che moriamo? (7). Egli non ci lascerà mai mancare il suo aiuto. Il suo amore è vero ed egli si fa carico di ogni nostro peso. Anche Jean Luis era un giovane di poca fede. Benché cristiano, a differenza degli altri membri della famiglia, dubitava dell’esistenza di Dio.Viveva a Man, in Costa d’Avorio, con i fratelli più piccoli, lontano dai genitori. Quando la città è presa dai ribelli, quattro ne entrano in casa, fanno razzia di tutto e vogliono arruolare a forza il giovane, visto il suo aspetto di atleta. I fratelli minori supplicano di lasciarlo, ma invano. I ribelli stanno per uscire con Jean Luis, quando il capo cambia, decide di lasciarlo. Poi sussurra alla sorella più grande: Andate via al più presto, domani torneremo…, e indica il sentiero da prendere. Sarà quello giusto? Sarà una trappola? si chiedono i ragazzi. Partono all’alba senza un soldo in tasca, ma con un briciolo di fede. Camminano per 45 chilometri.Trovano uno che paga loro il passaggio su un camion che li porti verso la casa dei genitori. Per strada persone sconosciute li alloggiano e danno loro da mangiare. Ai posti di blocco e di frontiera nessuno controlla i loro documenti, finché giungono a casa. Racconta la mamma: Non erano in buone condizioni, ma travolti dall’amore di Dio!. Jean Luis per prima cosa chiede dov’è una chiesa e dice: Papà, il tuo Dio è veramente forte!.