Perché è giusto testimoniare insieme ai musulmani

Ritroviamoci a Roma domenica 13 dicembre 2015 all’Angelus con Papa Francesco in Piazza S. Pietro. Nel pomeriggio un convegno all’Augustinianum (Via Paolo VI, 25) dalle 14 alle 16.30. Per la pace, islamici e cristiani e chiunque
Cristiani e musulmani insieme dal papa

Domani, non qualche centinaio di amici musulmani e cristiani, ci faremo trovare a piazza San Pietro per l’Angelus col papa. Non è un modo per avere gratuita visibilità, non interessa ai partecipanti, ma una maniera per testimoniare assieme, musulmani, cristiani, fedeli di altre religioni o uomini e donne con convinzioni le più varie, che la pace è possibile, soprattutto se si comincia dai vicini.

 

L’appuntamento non è improvvisato: chi verrà in piazza, infatti, è da anni che è impegnato nel dialogo con persone di fedi diverse. Nella convinzione che la testimonianza nell’unico Dio misericordioso è uno straordinario incentivo alla pace. È un simbolo quest’incontro: sun-bolon in greco vuol dire mettere assieme, congiungere, ed è il contrario di dia-bolon, cioè dividere, separare. È il momento di mettersi insieme simbolicamente per evitare la diabolica tendenza alla guerra, al terrorismo, alla lotta a tutti i costi contro chi la pensa diversamente o chi ha altri modi di pregare.

 

Ogni persona che sarà presente sotto lo striscione su cui sarà scritto “Cristiani e musulmani insieme per la pace” sarà un contributo alla riconciliazione, al perdono, all’accoglienza di immigrati che vengono da lontano sfuggendo situazioni spesso al limite del sopportabile.

 

E far ciò nell’anno della misericordia, mentre si aprono le porte sante ad Aleppo, a Roma, a New York, a Teheran, a Gerusalemme non è un caso. Il Dio di misericordia è il Dio degli ebrei, dei cristiani, dei musulmani. Ma unisce anche i buddisti, gli indù, chi non crede a Dio, chi professa altre filosofie. La misericordia è divinissima e umanissima.

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