Perché è difficile vivere insieme?
Ho atteso diversi anni per sposarmi cercando la persona giusta, finché ho conosciuto Paolo, con formazione culturale e religiosa simile alla mia e interessi comuni. Nonostante ciò, nella vita di tutti i giorni ci scontriamo continuamente: banalità, ma tutto ci pesa e ci allontana. Chi si sarebbe mai immaginato che fosse tanto difficile vivere insieme?. Sara – Siracusa L’anima gemella – dicono i sociologi – ha caratteristiche sociali, economiche, culturali simili alle proprie. Le giovani coppie, infatti, sono ben consapevoli che nel matrimonio il sentimento non basta. Questa lettera però fa riflettere che anche un’identità di vedute può non essere garanzia di un’unione felice. La vita gomito a gomito genera attriti e un terreno franoso non tiene quando sopraggiungono problemi più grossi. Così, le difficoltà di convivenza portano anche alla separazione, che affligge 43 coppie su 100, con appena due anni di matrimonio: praticamente una su due. La donna, infatti – spiega la sociologa Giulia Paola Di Nicola – non accetta più la disuguaglianza: vuole lavorare, partecipare alla vita associativa e politica, godere momenti di riposo, come il partner. E se la convivenza diventa insopportabile, non si rassegna, reagisce o se ne va. E gli uomini? La mentalità più aperta e un ruolo nuovo in famiglia dà loro la facoltà di metter bocca sul ménage familiare e la vita dei figli, ma il lavoro resta un impegno quasi totalitario. Il problema è che siamo incapaci ad amare, ma pretendiamo di essere amati. Ragioniamo nella vita di coppia secondo la logica del mercato. In termini cioè di perdita e guadagno, anziché di reciprocità, dove il dare vale più che il prendere. Però le tensioni si possono allentare, come racconta un’amica: Pino è un lavoratore autonomo -, scrive – e deve mantenere i rapporti con i suoi clienti anche a casa. Mi passa accanto mentre sto facendo il letto e penso: Sarebbe meglio che mi desse una mano (non che avessi bisogno di aiuto in quel momento,ma a volte vorrei più attenzioni). La sera trovo il coraggio di dirglielo e mi risponde che ha cercato di fare in fretta, per uscire con me. Così ho capito che invece di metterci alla finestra a guardare l’altro, dobbiamo porci accanto a lui, per vedere la vita con i suoi occhi. Quindi, che si può fare? Intanto, reagire alla delusione, non illudendoci che con un altro sarebbe stato più facile. Accettare il partner com’è, aprendogli il cuore per migliorarsi a vicenda; infine, guardare il positivo di lui/lei, dando fiducia perché tirerà fuori il meglio di sé. In definitiva, bisognerà non solo sentire, ma volere il bene dell’altro più del proprio. Allora non ci fermeremo sulla spiaggia del sentimento, che spinge verso l’altro, ma è fragile: solo l’amore infatti è profondo e fedele nel tempo.