Per una gioia senza disinganni

Spezza il dualismo: costruisci la tua vita interiore.
Un ragazzo

Sia il tuo parlare sì-sì, no-no corrispondente al tuo agire. Sì che in qualunque occupazione e rapporto, tu divenga irradiazione di sincerità: tu divenga specchio di te stesso. Il parlare deve svelare il pensiero, non mascherarlo. Ti capiterà quindi di essere chiamato insolente per la tua schiettezza: non offenderti, anzi da ciò misura la conquistata purezza dello spirito.
Se vuoi divenire almeno un abbozzo di cristiano, hai da spezzare il dualismo della tua ipocrisia, della vanità e dell’egoismo tenuto in piedi tra il tuo interno e il tuo esteriore, tra l’aspirazione e l’azione, tra l’astratto e il concreto, tra il pensiero e la vita. Nel tradurre in atto, nel vivere cristianamente in ogni attimo, ti impigli ancora, lasciandovi brandelli di dignità, in troppe reticenze, dilazioni e compromessi: i paraventi di menzogne che erigi a te stesso, le attenuanti che ricerchi, le scuse e i pensieri sono gli errati sentieri nei quali si smarrisce la dirittura morale. Spazza questo intrigo!
Hai tripartito la tua giornata così da dare otto ore al lavoro, otto al sonno, otto al cibo, visite di convenienza, letture, ecc. Tutto è previsto e calcolato in una concezione corporale dell’esistenza. Ma tu, cristiano, non inserisci in questo quadrante di ore e occupazioni metodiche un frammento solitario di ora da dedicare a te, al tuo spirito. Quando l’esteriore con il suo fracasso ti ha schiaffeggiato, tu hai il tuo mondo di fede costruito di aspirazioni e di convincimenti, ponte sovrumano che si inabissa nell’infinito. Tu vi ritrovi i silenzi che ricolmano di pace tutti i vuoti, la vita non ti sarà fatica, la gioia l’avrai senza disinganni, poiché non ti verrà dall’esteriore mendace, ma dal tuo fido interiore.
Quando la fatica ci spezza il corpo e ci oscura l’intelletto, quando l’angoscia, la disperazione, lo sdegno ci macerano, la preghiera ci rasserena. L’orizzonte  si dilata, le cose a cui dedicammo il cuore, le preoccupazioni che apparvero sommergerci impiccioliscono e vanno a risolversi nel nulla. Stanchi degli uomini si ricorre con frutto a Dio. Compenetra la tua giornata dal pensiero di Dio: vivi atteggiando ogni parola ed opera al sentimento che dentro ti luce. Sii coraggiosamente originale: costruisci la tua vita interiore.
 
Da: Rivolta cattolica, Città Nuova, 1997.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons