Per una cultura dell’accoglienza

Domenica 2 dicembre, nell’Auditorium di Loppiano, in provincia di Firenze, si è svolto la giornata di approfondimento dal titolo “#valoreaccoglienza - In dialogo, per una cultura dell’accoglienza tra idee e vita concreta”. Tante le storie di ospitalità e accoglienza raccontate, non trascurando limiti e fragilità nell’accogliere

Paola, di Firenze, ha sperimentato la delusione di non essere riuscita a trovare una famiglia accogliente per Claude, un giovane migrante inserito nel programma “Fare sistema oltre l’accoglienza”.

Invece, Chiara, veneta, è una giovane cresciuta non senza difficoltà in una famiglia che ha deciso di aprirsi all’affido familiare e sa cosa significa condividere i propri genitori e i propri spazi con bambini in situazione di disagio. Martin è un giovane camerunense che, accolto dal Centro La Pira (Fi), oggi, collabora a sua volta con lo stesso centro nell’accoglienza di giovani migranti, che arrivano nel nostro Paese per motivi di studio.

Vincenzo, Ilaria e altri giovani fiorentini, una volta al mese, con il supporto di un gruppo di adulti, preparano e poi portano un pasto e bevande calde ai senza fissa dimora che vivono per strada, nei dintorni della stazione di Santa Maria Novella, dove quel che è apprezzato di più in loro, è la capacità di ascolto. Lucia e Roberto di Lucca, insieme alla locale comunità dei Focolari, collaborano con il centro di ascolto Caritas, che si occupa dell’aiuto a persone con problematiche di vario genere, non solo economiche, cercando di tessere con loro relazioni durature e accoglienti.

Sono queste alcune delle storie condivise sul palco dell’Auditorium di Loppiano, nel comune di Figline e Incisa Valdarno (Fi), domenica 2 dicembre, in occasione della giornata  dal titolo “#valoreaccoglienza: in dialogo, per una cultura dell’accoglienza, tra idee e vita concreta” un originale appuntamento di approfondimento dedicato all’antico valore dell’accoglienza, organizzato dal Movimento dei Focolari in Toscana.

Provocati dagli interventi di Resi Vitali, counselor e di Luigino Bruni, professore della Lumsa e dell’Istituto Sophia, i partecipanti hanno potuto fare un viaggio dentro se stessi, dalla scoperta delle forze negative, impaurite ed escludenti l’”altro” che abitano ogni animo umano, fino alla possibilità di diventare “costruttori di arche” come il personaggio biblico di Noè che, con creatività e spirito di servizio, aiuta altri a salvarsi dal “diluvio”.

Arche come la “Casa Oasi della Speranza, Papa Francesco”, creata quasi “per caso” dai soci dell’associazione “Costruttori di Pace” di Firenze, un luogo all’interno del quale giovani provenienti da tutto il mondo, di qualsiasi religione o credo, trovatisi in un momento di difficoltà nella loro vita, vengono accolti in modo fraterno, e supportati per le scelte da fare per la loro vita.

O come il progetto di micro credito promosso da Mariagrazia e  Elena, per supportare donne in condizioni di fragilità del Burkina Faso, appoggiandosi ad associazioni locali che lavorano per il superamento della povertà, una forma di “cooperazione internazionale” alla portata di tutti.

Alla fine della giornata, sorge spontanea una riflessione: esistono ancora narrazioni che, se condivise, sono capaci di salvare vite, come succede nella raccolta di novelle “Le mille e una notte”, facendo risorgere passione e volontà, aprendo prospettive concrete di impegno e disponibilità all’altro.

 

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