Per un controllo del commercio di armi

Concordato all'Onu un calendario per adottare un trattato.

Sarà conosciuto in sigla come Att, dovrà avere «i più alti standard diffusi» per poter controllare il commercio ed il trasporto delle armi convenzionali nel mondo. È il trattato internazionale per il controllo dei trasferimento di armi, che si prefigura grazie al voto favorevole del 31 ottobre da parte di 153 governi (tra cui Italia, Stati Uniti e tutti i più grandi Stati del commercio di armi come Gran Bretagna, Francia e Germania), all’astensione di 19 (tra cui Russia, Cina, India, Egitto, Cuba, Iran, Libia) e ad un solo voto contrario: quello dello Zimbabwe. È stato unanimemente apprezzato il cambio di rotta degli Stati Uniti (il maggior produttore e commerciante di armi) che, diversamente da tutti i precedenti passi del percorso del trattato, hanno votato in favore della risoluzione che prevede la finalizzazione entro luglio 2012. Ma la pressione della società civile non può venir meno, come fa notare Francesco Vignarca, portavoce italiano della campagna Control Arms : «È vitale che ora i governi, specialmente quelli che hanno votato a favore come l’Italia, mantengano alta la pressione per un trattato forte. Non dimentichiamoci che il nostro paese è uno dei maggiori attori nella produzione e nel commercio di armi, e deve quindi assumersi la propria responsabilità per regolare una situazione che, quando come ora è incontrollata, provoca disastri e impatti molto negativi in gran parte del mondo».

 

(CC_Città_nuova_Italia_2009/11/01)

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