Per ricordare Karl Unterkircher
L’alpinista è morto due anni fa in un crepaccio sul Narga Parbat. Un progetto sociale per conservarne viva la memoria.
In questi giorni un trio fortissimo di alpinisti, Daniele Bernasconi, Hervè Barmasse e Mario Panzeri sta per tentare la salita alla inviolata parete nord del Gasherbrum I, uno dei grandi problemi alpinistici irrisolti sulle cime di oltre 8 mila metri. Il divieto imposto dall’autorità alpinistica e militare cinese di installare il campo base, obbligherà i tre alpinisti a tornare all’alpinismo esplorativo dei grandi pionieri dell’Himalaya, trasformando così un grave imprevisto in opportunità. Dovendo rinunciare a montare il campo base sotto la parete, i tre porteranno con sé, per 30 chilometri a piedi e poi salendo su quella parete inesplorata, solo il minimo indispensabile. Per Daniele, Hervè e Mario sarà una sfida ancora più grande.
L’impresa sarebbe piaciuta a Karl Unterkircher: il forte alpinista altoatesino, morto proprio due anni fa, il 15 luglio, in un crepaccio sul Nanga Parbat, non solo aveva adocchiato quella parete, ma aveva improntato proprio allo stile alpinistico, esplorativo, tutta la sua visione ed il suo approccio alla montagna. La originalità di Karl non poteva non lasciare un’impronta. Per questo sabato scorso a Selva Gardena, il suo paese, si è conferito il primo Karl Unterkircher Award, un premio che ogni anno, d’ora in poi, sarà assegnato a colui che avrà compiuto l’impresa alpinistica di maggiore valore nel corso dell’anno. Il premio, assegnato da una giuria internazionale di esperti, è andato allo svizzero Ueli Steck, per la sua polivalenza, che spazia dalla salita in velocità del Cervino ad una via difficilissima di El Capitan, fino alle salite sugli ottomila.
Ma sabato 10 luglio nel corso della manifestazione è stato anche ufficialmente dato il via al progetto di sostegno per i bambini tibetani di Lhasa in memoria di Unterkircher. Prima della sua scomparsa, infatti, Karl aveva espresso il desiderio di realizzare un progetto sociale in favore dei bambini più poveri del Tibet. La moglie Silke, gli amici di Karl e Sportmeet, rete internazionale di sportivi che vivono per contribuire alla fraternità universale nello sport ed attraverso lo sport, a cui Karl era legato, hanno avviato la realizzazione di un progetto di sostegno a distanza a Lhasa, che sostiene la crescita umana e culturale di bambini in difficoltà fornendo ad essi un regolare aiuto economico annuale.
Garante del progetto è l’AFN (Azione per Famiglie Nuove), organizzazione non lucrativa di utilità sociale che ha in carico il sostegno a distanza di oltre 18 mila bambini in diverse parti del mondo. Chi volesse avere maggiori informazioni o aderire al progetto può farlo visitando il sito www.famiglienuove.org. Un modo concreto per rendere omaggio al valore di questo alpinista e per sostenere un’azione sociale di grande valore.