Per l’Europa, l’Ucraina va avanti dritta
Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, il premier uscente Arseniy Yatsenyuk, oltre che il sindaco di Leopoli, Andriy Sadoviy, sono i veri vincitori della consultazione elettorale. I dati sono inequivocabili, tanto definiti al punto da permettere previsioni per i prossimi sviluppi politici in Ucraina.
A vincere la consultazione è stato il “Blocco Poroshenko”: la lista del presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, formata dai partiti centristi e moderati – Solidarnist, Udar e Terza Repubblica Ucraina – ha ottenuto il 23 per cento dei consensi, meno del previsto, ma staccando comunque il moderato Fronte popolare del premier Arseniy Yatsenyuk, secondo a sorpresa con il 21 per cento dei voti.
La vera sorpresa della consultazione è stato tuttavia Samopomich (“Auto-aiuto” significa), forza partitica di orientamento cristiano-democratico e filo-occidentale, fondata di recente dal sindaco di Leopoli, Andriy Sadoviy, che ha raggiunto il terzo posto con il 13 per cento dei voti.
Le altre tre forze che entrano in Parlamento sono gli ultraconservatori di Svoboda e il Partito radicale di Oleh Lyashko con il 6 per cento dei consensi, mentre il Partito social-popolare-democratico Batkivshchyna dell’ex-premier Yulia Tymoshenko si ferma al 5 per cento.
Alleanze possibili del dopo-voto: Blocco Poroshenko, Fronte popolare e Samopomich hanno i numeri per una nuova coalizione. La nuova distribuzione dei seggi nel Parlamento di Kiev lascia trasparire la possibilità di varare un governo filo-occidentale sostenuto da questi tre partiti vincitori delle elezioni, alla cui guida il presidente Poroshenko dovrebbe quasi certamente confermare il premier uscente Yatsenyuk.
Le elezioni sono state quindi una conferma della volontà della maggioranza degli ucraini di volgere lo sguardo ad Occidente, e tuttavia la strada delle riforme e della pace all’Est resta in forte salita, in un Paese sull'orlo del baratro economico e dove le elezioni, non va nascosto, sono state monche: non si è votato in effetti nella Crimea occupata dalla Russia, né nelle zone in mano ai ribelli. Una trentina di seggi nella Rada, il Parlamento ucraino, resteranno vuoti. Una ferita aperta.