Per i clochard l’avvocato è gratis
Dopo La Spezia, ora anche Genova avrà uno sportello legale, per garantire la tutela legale gratuita alle persone senza fissa dimora. La sede è stata ricavata presso la Comunità di San Benedetto al Porto in via Bruno Buozzi 17. Lo studio sarà aperto ogni giovedì dalle 18 alle 20. Vi operano degli avvocati volontari che aderiscono all’Associazione Avvocato di strada e si affianca ad un altro sportello legale che è stato aperto da alcuni anni dall’Associazione Umanità nuova in Vico del Duca 18.
L’Associazione Avvocato di strada invece lavora in rete sul territorio nazionale ed è presente in tante città italiane. Entrambi gli sportelli, di Vico del Duca e di via B. Buozzi, prestano la loro assistenza legale gratuitamente. Alla Comunità di san Benedetto al Porto, fondata da don Gallo, recentemente scomparso, sono particolarmente felici. «Andrea sarebbe felice di questa iniziativa – dicono in comunità – noi da sempre siamo vicini alle persone senza fissa dimora. Dare ospitalità a questa iniziativa, nella quale i nostri ragazzi sono partecipi per l'accoglienza, è solo la naturale prosecuzione del lavoro di Andrea, che ci teneva molto a questo sportello, un progetto perfettamente in linea con la filosofia di tutta una vita, che la sua comunità continua a portare avanti con impegno e dedizione».
L'idea dell'avvocato di strada nasce a Bologna 12 anni fa, nell'ambito dell'associazione "Piazza Grande", da allora si è moltiplicata, fino a coprire ben 35 sportelli e ha superato le diecimila pratiche seguite. «Ci occupiamo di diritto amministrativo, di diritto di famiglia e del lavoro e di diritto penale – racconta l'avvocato Emilio Robotti coordinatore di Avvocato di strada di Genova – e anche di diritto penale, un campo in cui più spesso di quanto si possa pensare le persone senza fissa dimora sono le vittime».
A Genova lo sportello funzionerà grazie all'opera di venti avvocati volontari che metteranno a disposizione la loro professionalità. Inoltre saranno coadiuvati da altri volontari che potranno svolgere le pratiche di accompagnamento o l'accoglienza. Le pratiche più frequenti che gli avvocati devono affrontare in questo servizio sono il diritto alla residenza: chi non vive in un appartamento viene cancellato dalle liste anagrafiche e senza residenza si perde il diritto all'assistenza sanitaria di base, non si può avere un medico di famiglia, non si ha diritto neanche al gratuito patrocinio legale, meno che mai si riesce a stipulare un contratto di lavoro o ad aprire una partita Iva per inventarsi una nuova attività, l'Inps inoltre non liquida la pensione neppure in presenza di contributi regolarmente versati. «Senza residenza le persone che finiscono in strada non riescono più ad uscirne e il primo diritto da riconquistare è proprio questo».