Per fare esperienza del Risorto

Dove va la Chiesa in Italia? Rispondere non è certo facile. Né sarebbe produttivo, se mai ciò fosse possibile, pretendere di offrire una risposta univoca e preconfezionata. Le vie di Dio, lo dice a chiare lettere la Scrittura, non coincidono con le vie da noi immaginate. E tuttavia è costitutivo della responsabilità dei vescovi offrire un discernimento qualificato che aiuti a camminare. Ciò è tanto più efficace quando a tale discernimento concorre, sulla scia del Vaticano II, tutto il Popolo di Dio. In tal senso, la Nota pastorale che i vescovi hanno varato nel corso della loro assemblea di maggio, pubblicata a fine giugno, è degna d’interesse. Anche perché con essa ci s’impegna a offrire una lettura di ciò che ha significato, per la Chiesa in Italia, il quarto Convegno ecclesiale di Verona (ottobre 2006). Sin dal titolo, che riprende un’affermazione della prima lettera di Pietro rigenerati per una speranza viva, e dal sottotitolo, che riecheggia il discorso di Benedetto XVI a Verona – testimoni del grande sì di Dio all’uomo – risultano chiari il tema e il tono del documento. La sfida, per la Chiesa in Italia (e non solo) è vivere e proporre oggi il cuore incandescente della fede: l’incontro e la sequela di Gesù risorto, in cui Dio Amore ha detto e dice il suo sì irrevocabile a ogni uomo e a tutto l’uomo. Dalla lettura della Nota si evince che l’orientamento dato dal papa in questa direzione ha lasciato il segno. Così come l’ha lasciato la svolta strategica di rigenerare la figura e la prassi della comunità cristiana attraverso il prisma della testimonianza nei vari ambiti dell’esistenza. Di qui l’enfasi posta, insieme, su di una spiritualità che voli a questa altezza e su di una cultura che incisivamente sappia esprimere il lievito del Vangelo nelle condizioni del nostro tempo. Importante anche l’attenzione alla presenza qualificata e alla vocazione specifica, nella Chiesa e nella società, dei fedeli laici, donne e uomini. Con la significativa la registrazione del processo di convergenza e reciprocità che ha caratterizzato, negli ultimi anni, associazioni, movimenti e comunità di antica e più recente origine. Più scontato il richiamo alla necessità di un rilancio degli organismi di corresponsabilità e partecipazione ecclesiale. Di fatto, quel che la strada tracciata dalla Nota demanda alla fantasia e alla responsabilità di noi tutti è rispondere alla domanda che attraversa queste pagine: In che modo è oggi possibile a tutti fare esperienza viva del Risorto?.

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