Per Elisabeth
![](https://www.cittanuova.it/wp-content/uploads/2016/12/1266413098041021538-720x0-c-default.jpg)
Ad Haiti Elisabeth, una bimba di quindici giorni, stava dormendo tranquillamente. Aveva appena finito una delle sue sei poppate quotidiane. La mamma Michelene si era appena allontanata dalla sua culla rosa e continuava a canticchiare l’antica ninna nanna.
Poi una scossa della terra aveva spento tutte le luci e il buio aveva riempito gli occhi di Michelene.
Niente più casa e niente più bimba.
Lei era stata salvata, ma la sua piccola era rimasta sotto i muri. Col passare dei giorni tutti le dicevano che per Elisabeth, non c’era proprio più niente da fare, così piccola e fragile!!!
Sono così passati ancora alcuni giorni. Otto giorni, dirò per i più grandi che sanno contare e capire che una settimana di scuola è lunga con le mattinate e i pomeriggi, i giochi e le lezioni, le sere con papà e mamma che raccontano le storie prima di dormire. O forse il sabato in biblioteca ad ascoltare la lettura di storie incantate o di avventure sul mare! O di vita in luoghi lontani, oltre l’oceano, come ad Haiti.
Ad Haiti Elisabeth invece non era morta: era sotto le macerie, dormicchiava e consumava le risorse che aveva messo da parte dalla nascita. Era là, nel suo lettino e uno spazio le permetteva di respirare e nulla l’aveva ferita. Era incredibilmente viva, perché il suo angelo custode e l’amore di mamma Michelene l’avevano salvata dal terremoto. E dovevano averla custodita per bene, perché quando, dopo otto giorni, la sua mamma e i soccorritori, scavando e scavando, l’avevano tirata fuori viva, non credevano ai loro occhi e al loro cuore.
E la speranza che tutto quel disastro viene trasformato da Dio in un bene più grande cominciava a trovare spazio nel dolore e nella desolazione.
Anche tu… pensa a Elisabeth e al tuo angelo custode, quando ti senti giù, o quando hai qualcuno da consolare.
Accadono nella vita ogni giorno piccole o grandi cose che ci fanno sperare.
Basta avere occhi attenti.
E la speranza non ce la toglie nessuno, neppure il terremoto.