Per amore

Bambini in adozione: punti di vista lontani. Ma quali "diritti" sono veramente in gioco?
Piccolo pakistano
Finalmente nelle prime pagine dei giornali, al posto di gossip e controreazioni,  un argomento di valore: l’adozione dei minori. La recente sentenza della Cassazione che afferma che “I tempi sono maturi per i single” ha avviato un vivace e interessante dibattito che mette in luce quanto questa materia stia a cuore a istituzioni e cittadini, anche se con punti di vista a volte lontani.

 

Un dato su cui tutti pare concordino è che l’obiettivo da raggiungere è quello di offrire ai bambini in situazione di abbandono le migliori condizioni per crescere. Si concorda anche che tali condizioni siano più favorevoli con la presenza di un padre ed una madre, ma non si vuole privare della chance adottiva chi per svariati motivi è solo, essendo comunque portatore di un patrimonio d’amore da donare.

 

Nel coro dei commenti, la dissonanza sta proprio qui: parificare il diritto del bambino ad avere una famiglia al desiderio dell’individuo di adottare un bambino. Non si tratta di due “diritti”. Desiderare di dare amore – gesto lodevole e di grande spessore umano – non riguarda la sfera dei diritti ma quella della generosità, dell’altruismo, del dono di sé. Valori questi che di per sé dovrebbero portare ad interrogarsi su quale sia il modo ottimale per esercitarli, nella consapevolezza che i diritti personali (desiderare un figlio) non valgono più di fronte ai diritti altrui (crescere in una famiglia).

 

È comprensibile che quando si voglia dare amore si pensi ai bambini soli, ma là fuori c’è un mondo che ha bisogno d’amore, e chi sinceramente vuole donarsi agli altri, avrà solo l’imbarazzo della scelta.

 

Qualche editorialista sostiene che l’adozione dei single sia “mettersi dalla parte dei bambini”. Dalla parte dei bambini ci sono già tutte quelle coppie che con pazienza e amore si sono sottoposte alla trafila del tribunale e dei servizi sociali per la verifica della loro idoneità all’adozione. E tutte quelle che aspettano quel desiderato abbinamento che richiede spesso un’attesa di anni. Queste sono da sostenere e da aiutare anche economicamente perché il bambino possa essere accolto al più presto.

 

Non vorremmo che fosse anche qui l’ideologia, manifesta o latente a guidare le nostre leggi.

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