Pentathlon, quando il gioco si fa duro

Una disciplina completa e ricca di colpi di scena. Gare di scherma, nuoto, equitazione, corsa e tiro a segno in un solo giorno. A Roma, nel fine settimana, si è svolta una delle tappe di Coppa del mondo per le qualificazioni ai Giochi di Rio
Valentin Prades (foto Federazione Italiana Pentathlon Moderno)

Cinque discipline in un solo giorno, roba da donne e uomini veri. Si comincia di primo mattino con la scherma, circa 3 ore di assalti con la spada in cui ogni atleta affronta tutti gli altri in incontri da un minuto ciascuno. Poi, poco prima dell’ora di pranzo, si va tutti in piscina, per una gara di nuoto sulla distanza dei 200 metri. A seguire, una seconda parte della competizione di scherma (con la possibilità di conquistare qualche altro punto di bonus), e l’equitazione, quando gli atleti, in sella a un cavallo assegnato loro per sorteggio poco prima, devono cercare di passare indenni un tracciato di circa 400 metri con 12 ostacoli. Infine, l’ultima fatica, il “combined”, una prova in cui si abbinano la corsa e il tiro a segno (un circuito di 800 metri va ripetuto 4 volte e, ogni volta che si passa nella zona di tiro, bisogna colpire 5 bersagli posti a 10 metri di distanza prima di poter ripartire). Ecco, stiamo parlando di pentathlon moderno.

 

Nell’ultimo fine settimana si è svolta a Roma, nello splendido scenario del Foro Italico (scherma e nuoto), e negli impianti sportivi della Caserma Salvo D’Acquisto dell’Arma dei Carabinieri di Tor di Quinto (ancora scherma, equitazione e combined), una prova di Coppa del mondo di questa avvincente disciplina. 182 atleti, in rappresentanza di 33 diverse nazioni, hanno gareggiato anche con l’obiettivo di conquistare punti importanti per scalare posizioni nel ranking mondiale che, nel prossimo mese di giugno, assegnerà gli ultimi 8 posti (sia al maschile che al femminile) per partecipare ai Giochi olimpici di Rio ad agosto.

 

In campo femminile la gara è stata davvero di altissimo livello, con la lituana Laura Asadauskaite, campionessa olimpica a Londra nel 2012, che nella finale disputata venerdì ha preceduto la tedesca Lena Schoneborn, a sua volta vincitrice dei Giochi a 5 cerchi nell’edizione di Pechino del 2008. In questa competizione l’azzurra Alice Sotero, 24enne astigiana già qualificata per le prossime Olimpiadi, ha terminato in 10° posizione. La nostra atleta è stata tra le migliori in assoluto nella prova di nuoto, ma nel combined ha avuto qualche problema in un paio di serie di tiri, proprio quando un piazzamento tra le prime 5 sembrava ormai alla sua portata. Nella stessa prova, da segnalare anche il 17° posto della giovanissima Elena Micheli, appena 16 anni, e il 22° di Claudia Cesarini, prima nella tappa di Coppa del mondo disputata qualche settimana fa a Rio, ancora in piena corsa per ottenere la qualificazione per le Olimpiadi.

 

Sul fronte maschile, invece, Francia grande protagonista, con la doppietta messa a segno da Valentin Prades e Christopher Patte, che sul traguardo hanno preceduto il ceco Jan Kuf, già medaglia di bronzo ai Mondiali del 2014. Primo degli azzurri Pierpaolo Petroni, 10°, che ha preceduto di pochissimo l’altro italiano Auro Franceschini, giunto 12°. Con questo piazzamento Petroni, 29enne romano, vede sempre più vicina la conquista del “pass olimpico”, qualificazione già in possesso del compagno di nazionale Riccardo De Luca, che a Roma ha chiuso in 34° posizione, penalizzato in maniera decisiva dalle bizze del cavallo assegnatogli in sorte nella prova di equitazione.

 

Già, le Olimpiadi. Una delle poche occasioni in grado di richiamare l’attenzione su discipline poco “reclamizzate” ma appassionanti e ricche di contenuti tecnici e formativi, proprio come il pentathlon moderno. Per eccellere in questo sport, ad esempio, occorrono davvero tante qualità. Per primeggiare nella scherma serve la giusta dose di esplosività, per fare bene nel nuoto ore e ore di allenamento in piscina, mentre per ben figurare nell’equitazione, si deve essere capaci di integrarsi in pochi minuti con un cavallo sconosciuto. Senza dimenticare l’ultima prova della giornata, dove per correre forte bisogna attingere a tutte le energie rimaste in corpo, mantenendo nel contempo freddezza e lucidità per sparare bene al bersaglio.

 

Uno sport completo dunque, ma anche molto spettacolare, che vive solitamente il suo momento più entusiasmante (e al tempo stesso più “drammatico”) soprattutto in coincidenza degli ultimi due eventi. Nell’equitazione, infatti, può capitare davvero di tutto, e non di rado succede che atleti mandino all’aria la possibilità di un buon risultato per il rifiuto del cavallo assegnato loro dalla sorte a saltare gli ostacoli. Com’è accaduto a Roma al già citato De Luca, o anche alla francese Elodie Clouvel, nettamente in testa nella finale femminile, ma che proprio in questa fase della competizione, complici 4 rifiuti del cavallo, ha dovuto abbandonare le velleità di vittoria. E anche il combined riserva spesso sorprese, con gli atleti che partono a handicap in base ai punti ottenuti nelle prove precedenti, ma che hanno comunque margini di recupero (nella finale femminile, ad esempio, la bielorussa Anastasiya Prokopenko è stata autrice proprio in questa prova di una splendida rimonta che l’ha portata dal 16° fino al 3° posto finale).

 

Uno sport davvero completo il pentathlon, che risale alle Olimpiadi antiche e che, ideato secondo una concezione del tutto nuova dal barone Pierre de Coubertin, è stato inserito nel programma olimpico dall’edizione di Stoccolma del 1912. Per adeguare questa disciplina alle esigenze dei media, che richiedono tempi sempre più stretti, e non rischiare quindi l’esclusione dal palcoscenico olimpico, ci si è però dovuti adeguare. Niente più i 5 giorni di gara, uno per ogni prova, come accadeva in passato, ma tutto in un solo giorno, come avviene ormai dal 1996. Così questi super atleti sono ormai chiamati da anni a un ulteriore sforzo, che però questi ragazzi fanno volentieri, visto l’amore che li anima verso il pentathlon. Una disciplina faticosa, sicuramente poco remunerativa anche per i migliori atleti al mondo, ma che coinvolge ragazzi e ragazze per i quali lo sport è ancora, anche al giorno d’oggi, soprattutto passione!

 

 

Classifica prova femminile

1.         Laura Asadauskaite (Lituania) 1.417 punti

2.        Lena Schoneborn (Germania) 1.383 punti

3.        Anastasiya Prokopenko (Bielorussia) 1.369 punti

Il piazzamento delle italiane: 10. Alice Sotero (1.342 punti), 17. Elena Micheli (1.304 punti), 22. Claudia Cesarini (1.279 punti)

Classifica prova maschile

1.         Valentin Prades (Francia) 1.492 punti

2.        Christopher Patte (Francia) 1.489 punti

3.        Jan Kuf (Rep. Ceca) 1.485 punti

Il piazzamento degli italiani: 10. Pierpaolo Petroni (1.464 punti), 12. Auro Franceschini (1.453 punti), 32. Fabio Poddighe (1.393 punti), 33. Giuseppe Parisi (1.388 punti), 34. Riccardo De Luca (1.379 punti)

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