Pensioni di reversibilità: cosa vuole fare il Governo?

Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, Giancarlo Poletti, rassicura sul progetto racchiuso nelle misure per razionalizzare la spesa e contrastare la povertà. Ma arrivano le proteste e il dibattito sale di tono. Una prima analisi della situazione  
Ansa pensioni

Infuria la polemica e desta molta preoccupazione sui cittadini, il disegno di legge delega già depositato in Commissione Lavoro alla Camera con cui il Governo vuole adottare misure per il contrasto alla povertà ma che prevede una revisione delle pensioni di reversibilità.

 

 In questo disegno di legge, che deve comunque passare dalle Camere, si parla di parecchie cose, tra cui il riordino di diverse prestazioni sociali tra le quali l’Asdi, il sostegno all’inclusione attiva (Sia), l’assegno sociale (la pensione sociale) e la pensione di reversibilità e, in generale, le prestazioni, anche di natura previdenziale. In pratica si punta a riordinare le prestazioni legate al reddito.

 

Il Governo, tramite il ministro del lavoro Poletti rassicura: «La proposta di legge delega del Governo lascia esplicitamente intatti tutti i trattamenti in essere. Per il futuro non è allo studio nessun intervento sulle pensioni di reversibilità; tutto quello che la delega si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale».

 

Intanto i sindacati, tramite i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, sollecitano un incontro al presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, per chiedere chiarezza. E’ bene ricordare che la reversibilità delle pensioni, è quel meccanismo per cui se una persona rimane senza coniuge ha diritto a ricevere una parte della pensione del defunto che aveva versato i contributi previdenziali.

 

In realtà il Governo avrebbe intenzione di modificare il meccanismo e misurare la percentuale non sulla base del reddito del beneficiario ma sulla base dell’Isee che tiene conto anche di altre fonti di ricchezza, come il patrimonio immobiliare. Se vogliamo fare un esempio: la vedova che è sempre stata casalinga ma cui il coniuge ha lasciato in eredità anche qualche immobile e un piccolo pacchetto di titoli finanziari, rischia di dover dire addio all’assegno.

 

Facciamo un po’ di chiarezza su questi trattamenti pensionistici.

 

La situazione attuale

 

Al momento la pensione di reversibilità ha dei limiti, dovuti però soprattutto al numero dei familiari e al suo ammontare: è pari al 60% della pensione del familiare deceduto se va solo al coniuge, all’80% se c’è anche un figlio e al 100% se ci sono due o più figli. Inoltre la pensione è tagliata del 25% se il reddito è superiore a 1.500 euro mensili (tre volte la pensione minima), del 40% se supera 2000 euro (4 volte), e del 50% se supera i 2.500. (il ddl in discussione potrebbe intervenire proprio su queste percentuali o decurtazioni amplificandole).

 

Cosa vuole fare il Governo

 

Secondo questo disegno di legge delega, le reversibilità saranno considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali. L’accesso alla pensione di reversibilità sarà legato ai criteri di valutazione della condizione economica cioè all’Isee e quindi al reddito familiare: andrà inevitabilmente a diminuire il numero delle persone che continueranno a vedersi garantito tale diritto. Sembra comunque che le nuove regole, in base a quanto precisato nel ddl, varranno per il futuro e le prestazioni in essere non saranno toccate.

 

 

Le polemiche

 

Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, dichiara: «La delega del Governo sul tema del sostegno alla povertà, è in sé positiva, ma se prevede la possibilità di tagliare le pensioni di reversibilità, per noi questo non è accettabile. Si tratterebbe dell’ennesimo intervento dopo quelli, pesanti, del Governo Monti».

 

D’altro canto il Governo con un comunicato lapidario fa sapere: «Se ci saranno interventi di razionalizzazione saranno solo per evitare sprechi e duplicazioni, non per fare cassa in una guerra tra poveri. La delega del Governo dà e non toglie».

 

Incredibilmente Paola Binetti, deputato di Area popolare Ncd- Udc, forza politica che oggi è in  maggioranza, dice: «Ci piacerebbe proprio sapere cosa c’è di vero in un annuncio che minaccia di destabilizzare la già fragile economia delle famiglie italiane».

                                                                             

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