Peccato non ci sia Mario Draghi!

EDC

Il 15 aprile scorso, alla conferenza stampa dopo la solita “paludata” assemblea della Bce, il suo presidente Mario Draghi fu interrotto nelle sue disquisizioni da una giovane contestatrice Blockupy che saltò sul tavolo dei relatori gettando coriandoli e volantini. Il volto sorpreso, quasi terrorizzato di Mario Draghi ha fatto il giro del mondo. Ecco, avrei voluto che il più autorevole rappresentante della finanza europea fosse presente qui a Nairobi, alla Mariapoli Piero, dove si è inaugurato il Congresso internazionale di Economia di Comunione 2015 con più di 300 partecipanti. E forse avrebbe fatto una faccia altrettanto sorpresa. Perché…

Perché sul palco avrebbe visto alternarsi non solo dotti accademici o imprenditori di successo, ma una pittrice, un cantante, un poeta… L'umanità ha bisogno anche in economia delle sue più varie espressioni: è tempo di sottrarre l'economia agli economisti che ne hanno fatto un regno di meri tecnicismi buttando a mare la complessità della “gestione della casa”. L'economia deve riacquistare in umanità.

Ancora, perché la prima testimonianza è stata quella di una piccola imprenditrice agricola camerunense, Melanie Njom, la quale ha raccontato di come la sua impresa, che aiutava all'inizio dell'anno 32 famiglie povere dando loro un pollo alla settimana, oggi ne aiuta qualcuna in meno, perché ha aiutato le restanti a stare in piedi da sole creando delle piccole start up, tagliaboschi, produzione di vino di palma, piccolo commercio…

Mario Draghi sarebbe stato turbato, credo, dalle parole di Luigino Bruni, attuale responsabile dell'EdC internazionale e professore alla Lumsa di Roma: «Serve innovazione: pochi sanno però che questo è un termine botanico, che indica quando la pianta innestata “getta” un nuovo ramo. Allora innova, genera. Ma un albero non innova se non ha radici e fusto robusti. Il contadino aiuta la crescita, non l'inventa. Serve quindi sussidiarietà: le mani dell'uomo possono solo aiutare la crescita». Bruni ha sostenuto che «nel mondo ci sono molte più innovazioni di quante non riusciamo a vederne. In un germoglio bisogna vedere già l'albero. L'innovazione economica ha bisogno del lavoro: della testa ma anche delle mani e del cuore».

Ha detto il poeta kenyota Ngugiwa Thongo al recente salone del libro di Torino in vista di questo congresso EdC: «L'Europa ha dato all'Africa i suoi accenti, e l'Africa ha dato all'Occidente l'accesso alle risorse del continente… Dal XVII secolo l'Africa ha dato all'Occidente, contribuendo al futuro degli europei. Ora è giunto il tempo che l'Africa contribuisca al futuro dell'Africa».

Caro Draghi, fa sempre in tempo a venire…

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