Pdl vs Forza Italia, si consuma lo strappo

Non sono valsi a nulla gli ultimi tentativi dei “pontieri”. Il Consiglio nazionale approva il passaggio alla vecchia formazione partitica all’unanimità, con la sola presenza dei ‘lealisti’, perché i ‘governisti’ annunciano la costituzione di gruppi parlamentari autonomi.Ma non sono le sole fratture registrate tra nostalgici remake e nuovi soggetti in cantiere
Seduta del consigio nazionale del Pdl

Il Pdl va in archivio.  Si scompone in due formazioni: Forza Italia e Nuovo centrodestra.

La frattura, ampiamente annunciata, si consuma senza traumi alla riunione del Consiglio Nazionale del partito. Berlusconi, nel suo lungo intervento (90 minuti), soppesa le parole e invita a non rilasciare dichiarazioni contro coloro che non hanno aderito a Forza Italia (solo dalla sala si alza il grido “traditori” nei confronti degli scissionisti). Il cavaliere esprime attestazioni di stima, accompagnate dal rammarico per non essere riusciti a raggiungere una intesa che evitasse lo strappo. E dà appuntamento alle prossime elezioni, allorquando si dice certo che ci si potrà ritrovare nuovamente a fianco in una coalizione di moderati.

Per Alfano «nessuna nostalgia per il passato, perché il futuro siamo noi». Chiede un anno di tempo per la prosecuzione dell’azione del governo, rinviando ogni valutazione al termine di questo periodo. Dichiara altresì che per la individuazione del candidato premier della coalizione di centrodestra alle prossime elezioni sarà necessario il ricorso a consultazioni primarie.

Ma, prima di allora, sarà inevitabile trovarsi a camminare sul filo del rasoio, in vista delle due scadenze imminenti: l’approvazione della legge di stabilità e la seduta in Senato per il voto sulla decadenza del Cavaliere. La cartina di tornasole sarà rappresentata dai numeri: la suddivisione dei parlamentari del Pdl fra i nuovi gruppi di ‘Forza Italia’ e di ‘Nuovo centrodestra’ che si formeranno alla Camera ed al Senato. Secondo alcune previsioni: sarebbero oltre 25 i deputati e più di 30 i senatori del Pdl che aderirebbero ai nuovi gruppi autonomi dei governisti.

Si apre una nuova stagione nell’area del centro-destra.  Accanto alla scissione consumatasi nel Pdl, quasi in contemporanea, altri eventi animano questo scenario, con la convention promossa da Storace & C. per annunciare la rinascita di Alleanza Nazionale, e la proposizione, da parte di Fratelli d’Italia, di un Manifesto e di un laboratorio (Officina per l’Italia) in vista della costituzione di un nuovo soggetto politico.

Ma anche l’area di centro-centro non sta a guardare.   Il pretesto si è trovato: non c’era accordo sulla presidenza dell’assemblea ed il voto sul regolamento interno. Non si trattava certo di questioni di vitale importanza, ma si sono rivelate sufficienti perché anche all’interno di Scelta civica si consumasse una rottura tra l'ala fedele a Mario Monti e quanti (dal ministro Mario Mauro a Lorenzo Dellai, ad Andrea Olivero) pensano di dar vita ad un nuovo soggetto politico. L’ex premier – per il quale l’abbandono dell’area popolare sarebbe salutare giacché costituiva «un freno a mano tirato», commenta in modo lapidario: «si è soltanto consumata una selezione».

Vedremo in che modo varierà la geografia politica in Parlamento, e quali conseguenze potrà avere sulla maggioranza che sostiene l’esecutivo Letta.

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