Il Pd parte da cultura e paesaggio
La Toscana sarà più autonoma, ma solo su beni culturali e paesaggistici. È quanto si prospetta dall’approvazione – lo scorso 13 settembre – della proposta presentata dai consiglieri Leonardo Marras, Eugenio Giani, Lucia De Robertis e Monia Monni del Pd. Tale procedura, si legge nel documento, è «finalizzata ad ottenere forme e condizioni ulteriori di autonomia, con particolare riferimento alle materie attinenti ai beni culturali e paesaggistici e alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema».
Respinta, invece, la proposta di risoluzione presentata da Manuel Vescovi della Lega Nord, che impegnava la giunta regionale ad avviare tutte le iniziative istituzionali necessarie per richiedere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse. Niente referendum quindi in Toscana, ma Vescovi afferma: «Se le Regioni non guadagnano maggiori poteri, se non si cambia cioè il motore a questo Paese che non va, ci attendono solo disservizi». Sempre dalla Lega, Casucci aggiunge: «L’obiettivo è trattenere i soldi dei toscani in Toscana, visto che attualmente ci vengono sfilati 8 miliardi l’anno». Marras definisce pura propaganda la proposta del referendum, mentre sottolinea l’importanza dell’autonomia differenziata per le specificità territoriali. La Toscana, spiega, è stata tra le prime regioni ad attivarsi, nel 2003, per usufruire delle opportunità previste dall’articolo 116. Proponendo la ripresa di quel percorso, Marras ricorda come tra i primati della regione vi sia la co-pianificazione del piano del paesaggio, che «regola l’utilizzo di uno dei nostri beni più preziosi. Ampliare la possibilità di legiferare su temi e settori primari per la nostra comunità, significa poter costruire norme rispondenti alle esigenze del territorio e rafforzare l’azione di governo».