Paura immigrati
«Abitiamo in un quartiere con una forte presenza di immigrati. Abbiamo educato i nostri figli al valore umano e cristiano dell’accoglienza, ma adesso che sono cresciuti e vorrebbero rincasare più tardi, i problemi di convivenza sono aumentati e noi abbiamo paura. Non sappiamo più quale consiglio dare: dobbiamo metterli in guardia verso il potenziale pericolo che queste persone rappresentano?».
G.Z.
Come cristiani non possiamo mai smarrire il grande principio della fraternità, che ci appartiene in modo qualificante, con grande guadagno per la nostra stessa umanità, convinti che, all’interno della stessa cultura che nasce dalla fraternità, trova posto anche il grande valore della responsabilità.
Responsabilità educativa, dicendo ai nostri figli tutta la verità sulla persona umana, capace anche di comportamenti negativi, e responsabilità sociale da condividere con questi nostri “fratelli immigrati”, proprio in nome della pari dignità.
Sul piano pratico, una singola famiglia non può andare molto più in là e le grandi strategie di integrazione viaggiano su piani a noi inaccessibili. Eppure, proprio come famiglie, siamo le cellule sociali più piccole, ma anche più adatte ad individuare e condividere percorsi e obiettivi vicini a bisogni e risorse locali. Forse potremmo sostenere insieme eventuali progetti di socializzazione già esistenti nel nostro territorio, o addirittura proporne di nuovi, in collaborazione con istituzioni sensibili ed operatori economici disposti ad investire sul bene comune, avviando l’esperienza di una forma di “integrazione” prima di tutto tra soggetti sociali consapevoli.