Patto per la trasparenza tra produttori e consumatori

Provate a sognare. Immaginate che nelle piccole e grandi città vengano periodicamente allestiti appositi mercatini solo per produttori agricoli in modo da permettere ai consumatori di acquistare direttamente frutta e verdura senza doversi recare fuori città. Si potrebbero così incrementare le opportunità di scelta dei cittadini, contrastare la lievitazione dei prezzi dal campo alla tavola, vedere garantita l’origine e la qualità degli alimenti acquistati. Per trasformare l’idea in realtà non dovremmo scomodare nemmeno la Fata Turchina. Sarebbe sufficiente attuare un dispositivo della legge di orientamento (varata lo scorso anno) per il settore agricolo, che consente ai comuni di adottare semplificazioni procedurali per agevolare la vendita diretta dei prodotti da parte delle imprese agricole. Quello che resta (ahinoi!) ancora un sogno per gli italiani è una consolidata esperienza per molti paesi europei e per gli Usa. Suona come una beffa, dovendo continuare a subire gli aumenti di prezzi sui prodotti della campagna di più vasto consumo. In quest’ultimo periodo, i prezzi all’origine per melanzane e pesche, ad esempio, sono aumentati di un centesimo di euro (19 lire), ma l’incremento nella vendita al dettaglio è stato rispettivamente di 32 (619 lire) e 18 centesimi (348 lire). Quelli delle cipolle da 2 (38 lire) a 46 centesimi (890 lire), mentre il prezzo dei fagiolini, addirittura calato all’origine di 8 centesimi (154 lire), è stato aumentato al dettaglio di 30 centesimi (580 lire). Un effetto moltiplicatore che non può essere certamente giustificato con le recenti avversità atmosferiche e che rischia di deprimere i consumi di alimenti indispensabili alla nostra salute. Da questa situazione ha preso spunto una proposta della Coldiretti avanzata al Comitato dell’ortofrutta e al ministero delle Politiche Agricole: un patto per la trasparenza tra imprese e consumatori per consentire a tutti i cittadini di poter approfittare, al giusto prezzo, delle proprietà di questi alimenti, che, nonostante il maltempo, il nostro paese offre in abbondanza. L’inflazione va combattuta – sostiene la Coldiretti – con la trasparenza nei meccanismi di formazione dei prezzi e nelle caratteristiche di qualità e origine dei prodotti commercializzati. Ecco perciò la necessità di un accordo tra produzione, commercio, consumatori e istituzioni per trasformare una situazione di crisi in un’opportunità di crescita. Il pubblico sarebbe aiutato se fossero esposti cartelli con origine, varietà e categoria della frutta e della verdura in vendita (come, del resto, previsto per legge); se potesse beneficiare dell’accesso ai mercati all’ingrosso, e fare confronti attraverso analisi e pubblicità tempestiva on line dei prezzi alla produzione, all’ingrosso e al dettaglio nelle diverse località. Se poi fossero monitorate le importazioni, il patrimonio di conoscenze per le migliori opportunità d’acquisto sarebbe completo. Tutto questo per spianare la strada ad un rapporto più diretto tra chi produce e chi consuma e ristabilire un clima di fiducia nei cittadini.

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