Patricia, direttrice corale nelle avversità

Una vita segnata da dure prove, dallo scoprire di essere stata adottata al crescere una figlia con un grave tipo di autismo. La sua passione per la musica l’ha spinta a non arrendersi e a dirigere vari cori nella provincia argentina di Entre Ríos.
Patricia Farías, direttrice corale. Foto: Candela Copparoni

Patricia del Carmen Farías è direttrice corale e vive nella città di Nogoyá, in Argentina. Sin da piccola custodisce un sogno nel suo cuore: conoscere l’Italia. La sua storia è particolare, segnata dalla tenacia e il sacrificio, la costanza e la determinazione, e avvolta da un amore forte e generoso che l’ha sempre accompagnata oltrepassando il dolore.

La famiglia di Patricia, sin da quando l’ha conosciuta, le ha voluto molto bene e le ha fornito i mezzi per seguire la sua passione più grande: la musica. «Credo di essere già nata così, sin da piccolina mia nonna mi portava con lei in chiesa e io cantavo forte, mi è sempre piaciuto», mi racconta.

È così che al percorso scolastico abbina lo studio musicale, iniziando a suonare la chitarra a 6 anni e poco dopo anche il pianoforte. Quando finisce la scuola, è già laureata come chitarrista. Decide di approfondire i suoi studi musicali immatricolandosi all’università presso l’Istituto superiore di musica, laureandosi come docente nazionale di musica nella specialità di Direzione corale.

Era il 1980 quando iniziava a dirigere il primo coro di bambini, che dipendeva dalla società italiana. «Dover insegnare a cantare ai bambini è la cosa più bella che mi potesse capitare, è bellissimo vedere come educano la loro voce dai primi suoni che emettono… Hanno la bellezza nell’anima. Un bambino che canta è un bambino che cresce felice», confessa. Successivamente, Patricia vince il concorso per dirigere il coro infantile della Scuola Corale Mario Monti della città di Paraná, a circa 100 chilometri dalla sua città natale, e vi si trasferisce. Parallelamente, diventa docente in varie scuole e poi insegnerà nella Scuola di Musica della città di Victoria, nella provincia di Entre Ríos, dove presenterà inoltre un progetto per avviare un coro municipale per adulti.

A un certo punto, sente dentro di sé una chiamata forte, un ardente desiderio di scrivere musica. «È successo mentre tenevo dei corsi di canto con insegnanti di educazione primaria, i quali mi hanno espresso la loro volontà di disporre di un nuovo repertorio». In questo modo nasce il suo primo libro, con canzoni destinate ai bambini, intitolato La niñez una canción (Editorial de Entre Ríos, 2005). A questo poi si aggiungono altri, come Canciones viajeras (Editorial Quinqué, 2007), Cantando con Juana (Editorial de Entre Ríos, 2013) o Canciones con magia (Ediciones del Clé, 2014). Tale è stata l’influenza dell’esperienza corale con i più piccoli che ad oggi questa direttrice continua a scrivere pensando alla dolcezza delle voci dei bambini, assicurando che nel suo cuore ancora c’è il coro infantile.

Poi il repertorio si allarga, e dalla musica per bambini passa a scrivere canzoni legate alla tradizione popolare, come Villancicos entrerrianos (Editorial Cuenta Conmigo, 2014) o Entre jazmines y azahares (Editorial Reloj de Arena, 2019), di musica folklorica, dedicato ai suoi genitori ormai mancati. Anche la musica religiosa avrà un ruolo fondamentale nella sua vita, e Patricia lo riflette in due dei suoi libri: Canciones Carmelitanas a la Virgen del Carmen (Ediciones del Clé, 2015) e Cantares del Ángel Gabriel (Editorial Reloj de Arena, 2021). «È musica che devo esprimere, tirare fuori dal mio intimo. In più, ho bisogno che questo messaggio di pace e di contemplazione possa toccare le altre persone e, guardandosi dentro, chi è lontano da Dio si converta», svela Patricia. Così, ha scritto non poche messe: per cori infantili, cori misti, in latino con i bambini e l’organo, e una messa gregoriana che non è ancora stata celebrata. Le chiedo quale sia il motivo che la spinge a farlo: «È una necessità dell’anima, di dire “Signore, abbi pietà di noi, dona a noi la pace”», mi risponde. Per lei, una volta letto il testo che le viene consegnato per comporre le canzoni, la musica esce da sola.

Con le suore carmelitane è da anni che ha un rapporto molto stretto e speciale. «Quando studiavo all’Università di Santa Fe, vivevo nel pensionato San José delle suore. Loro avevano un pianoforte con cui io potevo studiare; è lì che ho iniziato a scrivere. Mi hanno sempre offerto tutto il loro amore. Nel 2010 sono stata gravemente malata, e loro hanno pregato molto per me», mi racconta. Quindici anni fa ha cominciato a impartire lezioni di canto e vocalizzazione alle monache carmelitane scalze, e continua a farlo tutt’oggi. «Per me cantare con le carmelitane equivale ad avere una pace e una felicità enormi, lo faccio con molto piacere», ammette. È così che la vita ha voluto che, nel momento in cui ha saputo della morte del padre che l’aveva cresciuta, Patricia era dalle suore a fare lezione di canto. La forte devozione alla Madonna del Carmine, trasmessa dalla sua mamma adottiva, la porterà a fondare il Coral Sol del Carmen, un coro misto di giovani del municipio di Nogoyá.

Dietro al suo successo, però, ci sono state dure prove da affrontare: prima, scoprire quasi per superficialità di una vicina di non essere figlia biologica dei suoi genitori, poi affrontare la morte di tutti e quattro, e per ultimo far fronte all’autismo acuto di una delle sue due figlie, handicap che la porta a una condizione fisica degenerativa. «Fiorella è un angelo e Dio sa perché si trova in questa casa. È puro amore, pura luce. I bambini autistici non conoscono il male», mi trasmette con commozione. Per Patricia e suo marito è stato doloroso assistere al regresso graduale della figlia dovuto a un disturbo generalizzato dello sviluppo, ma hanno continuato a darle tutto il loro amore e a garantirle la miglior qualità di vita possibile. Una cosa Fiorella l’ha ereditata dalla mamma, ed è la sua passione per la musica: adora ballare e ascoltare ogni stile musicale.

E mentre cerca di ricostruire la sua storia personale e di trovare i fratelli e sorelle che non ha mai conosciuto, nell’ambito lavorativo Patricia Farías è attiva su vari fronti: oltre a scrivere i libri e dare lezioni di canto alle suore carmelitane, è responsabile del coro di adulti del municipio di Victoria, del coro di giovani di Nogoyá, di un laboratorio corale per gli adulti e di un laboratorio corale al femminile con il quale si riunisce settimanalmente. Inoltre, studia flauto traverso e violoncello all’Università Adventista del Plata.

Per lei non è facile scegliere uno strumento musicale che le piaccia più degli altri: il pianoforte, la chitarra, il charango, il cuatro del Venezuela, il flauto traverso, il violoncello…; sa suonarli tutti, e ciascuno ha una funzione particolare nell’accompagnarla in uno specifico momento. Quello su cui invece non ha nessun dubbio è il suo sogno nel cassetto, al quale non rinuncerà: conoscere papa Francesco e portare il suo coro in Vaticano.

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