Pastori sardi, la vertenza continua

La mancanza di un'azione politica unitaria, le promesse non mantenute e la speculazione finanziaria continuano a pesare su un settore già pesantemente in crisi, portando nuovamente in piazza gli allevatori.
vertenza pastori sardi

Dopo l’ultimo rinvio di metà febbraio al Ministero delle Politiche agricole e in attesa di trovare una soluzione alla crisi del settore ovi-caprino sardo, organizzazioni di categorie e politica sembrano camminare in ordine sparso.

 

Nei giorni scorsi la Coldiretti regionale, una delle principali sigle del settore, aveva criticato l’operato della Giunta e del suo assessore (il cui posto sembrerebbe in bilico con l’ingresso di un politico Pdl), reo di non aver fatto corrispondere alle parole i fatti. «In conferenza stampa l’assessore ha nuovamente annunciato che sono in via di erogazione al mondo agricolo sardo già 30 milioni di euro, con un anticipo del 75 per cento a 13.481 domande su 29.161 presentate con l’ASSE II del PSR nel 2010. Riteniamo che sia ora di smetterla con dichiarazioni che danno certezze sui pagamenti mentre nel concreto tutto ciò non si compie. Il momento è molto critico, l’agricoltura della Sardegna è messa in ginocchio – ha dichiarato Marco Scalas Presidente di Coldiretti Sardegna – . Anche se dovessero essere erogati in tempi diversi, è ora che si dicano le cose per quelle che sono. In queste ore infatti la base associativa si sente di nuovo presa in giro, atteso che da dicembre ad oggi sono trascorsi mesi senza nulla di fatto».

 

Non si è fatta attendere la risposta. «In un momento di grave crisi dell’agricoltura a livello nazionale e internazionale, acuito dalla frammentazione delle nostre imprese, ora non serve davvero a nulla fare polemica, quanto invece lavorare per soluzioni unitarie – ha replicato l’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Prato. – Presidente e assessore stanno mantenendo ogni impegno assunto da questo esecutivo con programmi, due leggi di settore, e risorse per un settore quale l’agricoltura sarda che mai prima d’ora aveva avuto piani concreti per affrontare non solo le emergenze (prima fra tutte quella del comparto ovi-caprino), ma anche per interventi strutturali anticrisi. Semmai sono la politica e anche Coldiretti ad aver puntato, negli ultimi trent’anni, solamente su aiuti a pioggia che non hanno fatto altro che infiacchire le gambe delle aziende e degli operatori agricoli, avvicinandoli al baratro. Prima di guardare in casa d’altri, anche Coldiretti si interroghi sulle proprie responsabilità, si chieda come mai nell’ultimo anno tanta gente si è sentita in dovere di aderire a nuovi movimenti o rappresentanze diverse dalla loro».

 

Intanto il decreto Milleproroghe, approvato nei giorni scorsi, consentirebbe una nuova dilazione al 30 giugno 2011 del pagamento della rata relativa alle multe per le quote latte degli allevatori del nord Italia. Un regalo del valore di 5 milioni di euro fatto alla Lega – a detta dell’opposizione. Su questo tema era già intervenuto l’assessore regionale Prato. «Nell’anno del 150° dell’Unità d’Italia – aveva detto l’assessore nei giorni scorsi – non è più accettabile la disparità di trattamento tra Regioni sul fronte della distribuzione interna delle risorse finanziarie in agricoltura. È necessario un riallineamento interno degli aiuti e dei pagamenti diretti, secondo logiche non più solo produttivo – intensive. La media in Lombardia è di 571 euro/ettaro, mentre in Sardegna è di 161 euro/ettaro, un divario che deve essere riequilibrato».

 

Intanto una delegazione del Movimento Pastori sardi è stata ricevuta mercoledì scorso in Vaticano da Papa Benedetto XVI, che ha assicurato le sue preghiere per la loro situazione, mentre qualche giorno prima il movimento guidato da Felice Floris aveva fatto tappa davanti alla sede della Borsa di Milano per denunciare la crisi del settore. «Siamo qui – aveva detto il leader Floris – per denunciare il ruolo negativo che questo istituto ha nei confronti del comparto agricolo, mercificandone i prodotti come un qualunque altro prodotto dell’economia. In epoca di globalizzazione finanziaria si aggiunge la finanziarizzazione dei prodotti agricoli, che alimenta la speculazione borsistica e il dominio dei monopoli. Il controllo delle produzioni agro – zootecniche e della commercializzazione mondiale è in mano a poche multinazionali come la Nestlè, la Carrefour, la Monsanto, la DuPont, la Syngenta, la Limagrain ect, che aumentano i loro profitti in maniera vergognosa a spese dei consumatori e degli agricoltori. Noi ci opponiamo con forza a questa speculazione, perché l’agricoltura e l’alimentazione sono fondamentali per tutti i popoli, sia in termini di produzione e disponibilità di quantità sufficienti, sia in quanto pilastri di comunità, culture e tradizioni sociali. Noi pastori sardi siamo costretti a scendere in piazza, perché la pastorizia vive da anni una situazione insostenibile, che rischia di far scomparire dal processo produttivo un settore che occupa decine di migliaia di persone».

 

Insomma, in attesa di una soluzione alla crisi del settore si acuiscono le tensioni e le divisioni che di certo non aiutano a ritrovare “unità e compattezza”, uniche armi per difendersi da un mercato globale che schiaccia i più deboli.

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