Pasta Agnesi, la produzione passa da Imperia a Fossano

Il gruppo Colussi sposta il reparto nello stabilimento cuneese, dove lavorano già Balocco e Maina. «Le ripercussione in termini occupazionali sono ancora da verificare», così il manager Ulderico Falconi riguardo le oltre 100 persone che verrebbero lasciate a casa
Produzione di pasta

Ora è ufficiale: con l’inizio del 2017 il gruppo Colussi proprietario del marchio Agnesi cesserà la produzione della pasta nella storica azienda di Imperia, per continuarla nello stabilimento cuneese di Fossano. Lì saranno realizzati «i formati di pasta che oggi sono prodotti a Imperia e hanno un quantitativo di ordini che consenta la produzione industriale – spiega Ulderico Falconi, manager della Colussi –. Ad esempio spaghetti e penne, i formati più richiesti di pasta di semola. Amplieremo il reparto pasta già presente e aggiungeremo una linea produttiva. Si passerà da una produzione massima di 20 mila tonnellate a una potenziale di 40 mila. Con il marchio pasta Agnesi prevediamo di attestarci intorno a 35-40 mila tonnellate annue – conclude Falconi –. Quindi tutte le commesse verranno realizzate a Fossano. Per questo stabilimento ci saranno ricadute occupazionali che ancora non sappiamo quantificare».

 

La decisione era nell’aria da tempo e le ripercussioni in termini occupazionali sono ancora tutte da verificare per quanto riguarda l’occupazione in Liguria. Più felici invece sono i cuneesi che, a quanto pare, dovrebbero subire la chiusura sì dello stabilimento Michelin, previsto anche nel 2017, ma avrebbero forse un centinaio di posti assicurati dal pastificio. La Colussi, a quanto pare di capire, sembra voglia fare dello stabilimento di Fossano un polo produttivo e logistico di grande importanza del gruppo.

 

La decisione è stata accolta molto favorevolmente dagli amministratori pubblici: «Siamo molto felici per questa decisione della Colussi – ha detto l’assessore alle Unità Produttive Cristina Ballario –. Nei mesi scorsi, insieme al vicesindaco Vincenzo Paglialonga, abbiamo incontrato la dirigenza dello stabilimento di Fossano. Non ci sono ancora dei numeri per quanto riguarda la ricaduta occupazionale, ma è certo che questa decisione porterà indubbi benefici al mercato del lavoro locale».

 

Il settore alimentare a Fossano verrà fortemente rafforzato se si pensa che proprio lì due grosse industrie dolciarie la Balocco e la Maina stanno lavorando da anni distribuendo i propri prodotti non solo in Italia. Da Imperia invece un comunicato di Rifondazione Comunista esprime «rabbia, perché non ci troviamo di fronte all’ennesima chiusura per deficit, ma per spostamento della produzione: i profitti passano sopra la testa della gente comune, ma soprattutto dei lavoratori». Con questa chiusura vengono lasciati a casa, non importa se ci saranno gli ammortizzatori sociali, 120 lavoratori e lavoratrici in più rispetto al continuo stillicidio occupazionale che vive la nostra realtà, senza contare le “vittime collaterali” nell’indotto.

 

In una provincia come quella di Imperia, che sta soffrendo passivamente la crisi economica senza che nessuno, tranne pochi, si fermi a riflettere su questo fenomeno e provi a trovare una via di uscita. Ovviamente la preoccupazione maggiore è per le oltre 100 persone in produzione, mentre alcune decine di altre persone hanno lavoro nell'indotto. Per loro le risposte sono molto incerte poiché non c'è un piano industriale che dica quanti lavoratori servano alla produzione e se a Imperia si continuerà la lavorazione con altri prodotti.   

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