Passo avanti per cattolici e ortodossi

Imass media hanno quasi esclusivamente dato rilievo al fatto che la delegazione del Patriarcato di Mosca ha sin dall’inizio abbandonato i lavori di questa decima sessione di lavoro della Commissione mista internazionale tra la Chiesa romano cattolica e la Chiesa ortodossa. Tanto da ingenerare in molti l’impressione, ancora una volta, di una sostanziale impasse. In realtà, le cose sono andate diversamente. Certo, l’episodio prima ricordato è stato da tutti dolorosamente vissuto come il persistere di annosi e irrisolti contenziosi tra le diverse Chiese: in questo caso, tra il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e il Patriarcato di Mosca, a proposito dello statuto della Chiesa ortodossa di Estonia.Ma questa ferita non ha frustrato la volontà di dialogo, che in tutti persiste sincera. Semmai l’ha ulteriormente rafforzata, mostrandola come un’esigenza inprescindibile di fedeltà a Gesù e di testimonianza al mondo. I lavori della commissione, in effetti, sono proseguiti in un clima assai positivo e proficuo dall’8 al 14 ottobre 2007. Co-presidenti il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, da parte cattolica, e il metropolita Giovanni Zizioulas di Pergamo, membro dell’Accademia di Atene, da parte ortodossa. La meravigliosa cornice offerta dalle basiliche di Ravenna (Sant’Apollinare nuovo, Sant’Apollinare in classe e San Vitale), straordinaria testimonianza della fecondità spirituale e culturale della Chiesa indivisa del primo millennio, insieme all’accoglienza cordialissima della Chiesa locale, hanno sottolineato la convinzione con cui il mondo cristiano segue e stimola il cammino verso la piena comunione. La commissione ha approvato, a conclusione dei suoi lavori, un documento su La comunione ecclesiale, la conciliarità e l’autorità, che verrà reso pubblico il 15 novembre, dopo esser stato portato a conoscenza di papa Benedetto XVI e del patriarca Bartolomeo I. Al centro di queste pagine il riconoscimento, a tutti livelli della vita della Chiesa (locale, regionale e universale), del necessario ed equilibrato rapporto tra la comunione e il servizio di unità. Tale documento, per unanime riconoscimento dei partecipanti, costituisce una solida base per l’avvio della prossima tappa del dialogo, dedicata a Il ruolo del vescovo di Roma nella comunione della Chiesa. Il risultato – ce l’auguriamo di cuore – è di quelli destinati a far ricordare l’incontro di Ravenna come una tappa importante in quel libro dell’unità descritto da Giovanni Paolo II nell’enciclica Ut unum sint del 1995.

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