Partiti e culture politiche. Che ne facciamo?

Tre giorni di riflessione sui grandi temi dello scenario nazionale ed europeo. Seminario organizzato dal Movimento politico per l’unità in collaborazione con l’Istituto universitario Sophia.
Una foto del seminario "Fraternità e ricostruzione delle culture politiche" organizzato dal Mppu e Sophia

Risana” è il nome di un apprezzato poliambulatorio situato al Polo imprenditoriale Bonfanti della cittadella di Loppiano, alle porte di Incisa Valdarno. Attrezzati di un identico spirito “sanitario” si sono incontrati dal 22 al 24 novembre nella vicina sala convegni dello stesso complesso edilizio appassionati di politica provenienti da tutta Italia. Crisi dei partiti e malessere della democrazia, stato comatoso delle culture politiche e deriva dell’Unione europea, stallo delle riforme costituzionali e perenne slittamento della nuova legge elettorale. Insomma, un Paese in terapia intensiva, ma che sta profondamente a cuore al centinaio di persone che animano i centri regionali del Movimento politico per l’unità (Mppu), convenuti per il seminario annuale.

Evitando la trappola dell’asfittica cronaca quotidiana della politica nazionale, il Mppu ha affrontato temi di fondo, riportando la riflessione sulle necessità fondamentali dell’Italia alla luce di una concezione alta della politica. Le intenzioni degli organizzatori erano sintetizzate in modo efficace sia nel titolo dell’appuntamento – “Fraternità e ricostruzione delle culture politiche. Verso progetti strategici per l’Italia e l’Europa contemporanee” –, sia nella collaborazione con il dipartimento di Studi politici dell’Istituto universitario Sophia.

Crollo degli iscritti ai partiti, loro trasformazione in aggregati professionali governati dal leader o da un piccolo gruppo, fiducia ai minimi da parte dei cittadini. «La delusione e il risentimento verso il sistema dei partiti è crescente – ha costatato Daniela Ropelato, docente di Scienza politica a Sophia – ma si registra una prorompente esigenza di nuova partecipazione, soprattutto da parte di donne e giovani con meno di 30 anni. Si tratta perciò di valorizzare la vivacità della società civile e di accompagnarla nella ricerca di inedite forme di aggregazione».

I partiti conservano ancora una funzione storica? Certamente conservano un grande potere, tanto che pure dalle consultazioni in seno ai centri regionali del Mppu, compiute nella prima metà di novembre, è salita la richiesta di una legge che abolisca il finanziamento pubblico dei partiti, ma soprattutto ne regoli la democrazia interna e la trasparenza nell’uso delle risorse finanziarie. Non mancano i dubbi circa la pretesa di imporre la virtù ai partiti, ma molto più netto è il parere di Iole Mucciconi, funzionario della presidenza del Consiglio dei ministri, che, nella sua relazione sui partiti e la Costituzione, ha chiarito che non si può pensare a «leggi stringentissime, perché si rischia di uscire dallo spirito costituzionale, che propese per una normativa leggera, centrata sulla libertà del cittadino di associarsi in partiti».

I tre giorni di seminario erano stati introdotti dall’intervento di Antonio Maria Baggio, docente di Filosofia politica a Sophia, che aveva investigato lo scenario della crisi culturale che sottostà a quella politica, esaminandone le patologie alla luce della cultura delle fraternità e delineando il contributo che  a queste può giungere dal carisma dell’unità. «Per un’effettiva ricostruzione delle culture politiche, per superare la frammentazione e l’infecondità dei partiti, si deve compiere un decentramento verso l’altro, gli altri, con un approccio “disarmato” nei confronti della società civile». Altra operazione indicata da Baggio è stata quella relativa ad uno svelamento dei «riferimenti politici per individuare le vere categorie culturali personali o di gruppo in modo da favorire la scoperta della reale vicinanza con chi viene da altri percorsi». Un processo di “liberazione” per meglio operare in favore del bene comune.

Il quadro internazionale è stato invece il costante orizzonte di Pasquale Ferrara, segretario generale dell’Istituto universitario europeo, cui era stato affidato il compito di analizzare le culture politiche nella dimensione europea. Inevitabile il confronto con il diffuso clima di pessimismo dei cittadini italiani nei confronti dell’Unione europea. Il diplomatico ha sollecitato il rilancio di quel progetto di alto respiro che presiede all’Europa unita, invitando il Movimento politico per l’unità a contribuire a dare ali al processo di integrazione continentale. Altrimenti il rischio è la dissoluzione di un grande sogno.

Nel corso del seminario è stato compiuto anche un bilancio del cammino del Movimento stesso ad opera del presidente nazionale, Silvio Minnetti. Sui temi della legge elettorale, della legalità, del gioco d’azzardo, di giovani e lavoro si sono tenuti appuntamenti in varie città e avviato iniziative da parte di sindaci e di parlamentari nazionali. Un obbiettivo per il nuovo anno è accompagnare i dipendenti della pubblica amministrazione che operano contro la corruzione e l’illegalità. Strategiche, inoltre, per il Mppu restano le scuole di partecipazione riservate ai giovani. Per le 25 esistenti in Italia, il progetto prevede di potenziarle, sostenendo i tutor e incrementando le novità didattiche e le reti esistenti. Significativa, infine, la richiesta di formazione alla vita civile e civica da parte di adulti proveniente da numerose città. Evidenzia, con molta probabilità, un disorientamento diffuso, ma certifica pure un desiderio di impegno consapevole e competente come risposta personale alla crisi delle culture politiche.

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