Parti sociali, Chiesa e Università insieme per i giovani

A Torino per iniziativa dell'arcivescovo Nosiglia è stato formato un tavolo di confronto per implementare l'occupazione
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I giovani, il lavoro e la crisi. Che cosa può fare la Chiesa insieme a chi di lavoro, università e formazione professionale si occupa? Se l’era chiesto l’arcivescovo di Torino monsignor Cesare Nosiglia già alla festa di don Bosco e agli inizi di marzo ha voluto incontrare presso il santuario della Consolata gli assessori al Lavoro di Comune, Provincia e Regione, i rettori universitari Pelizzetti e Profumo, i dirigenti dell’Unione industriale e i sindacati, per avviare, in questo tempo di crisi, un percorso comune che risponda concretamente alle domande dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro.

 

E le risposte sono state tante, giunte a un impegno comune e concreto per l’occupazione e il futuro dei giovani che sarà definito su un documento che verrà pubblicato in occasione del primo maggio, festa che la Chiesa torinese dedicherà proprio ai giovani.

«Questo percorso – ha detto l’arcivescovo Nosiglia – serve per individuare insieme quanto si potrebbe fare per far fronte al problema dell’occupazione giovanile, non sottovalutando il necessario coinvolgimento in rete di tutte le componenti del mondo del lavoro, gli stessi giovani, le comunità cristiane e civili del territorio, comprese le associazioni imprenditoriali, del credito e della formazione. Nella consapevolezza che sia possibile valorizzare con creatività le risorse non soltanto culturali, ma anche etiche e sociali presenti sul nostro territorio, è importante rendere protagonisti proprio i giovani, mettendoli in condizione di avere gli strumenti più adeguati per vivere la dimensione del lavoro con speranza e da protagonisti. Il percorso si inserisce nello spirito di unità che in questo tempo ci deve accomunare come Paese».

Mons. Nosiglia ha citato come collante l’esempio dei “santi sociali” piemontesi, che hanno saputo trovare con coraggio soluzioni innovative in tempi difficili e coinvolgere nei loro progetti l’intera società civile. Ma ha anche coraggiosamente attaccato la “gerontocrazia" in tutti i campi del vivere civile, politico, sociale ed economico.

«È possibile valorizzare con creatività – ha sottolineato Nosiglia – le risorse non solo culturali, ma etiche e sociali che tanti giovani hanno, per offrire loro mutui agevolati, progetti significativi per una stagione di imprenditoria giovanile che risponda alle esigenze del mercato in segmenti quali commercio, servizi, nuove tecnologie, cooperazione, il campo della cultura e quello dei lavori socialmente utili. Credo che su questo si stia operando da più parti, ma senza collegamento organico e “a pioggia”, con risultati spesso scarsi».

La Chiesa torinese da tempo sta affrontando seriamente il tema del lavoro con sportelli lavoro sorti nelle parrocchie, che saranno ancora potenziati.

L’invito dell’arcivescovo e dell’ufficio della pastorale Lavoro della diocesi di Torino è stato accolto ed è stato costituito un tavolo che si riunirà periodicamente e che ha come primo obiettivo quello di creare il documento per il primo maggio, ma anche soluzioni soprattutto sulla ricerca di risorse per il sostegno all’imprenditorialità giovanile.

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