Parole vive, tra carta e web

Un libro che ho atteso. Ne avevo avuto qualche anticipazione quando Luisa Carrada lo stava ancora scrivendo. Vi si è dedicata per mesi, lavorando col rigore che la contraddistingue, in una concentrazione assoluta sulla terrazza di casa, anche sotto la calura estiva. Mi raccontava che godeva nello scriverlo, che non si aspettava di mettere così tanto di sé in un libro sulla scrittura professionale. Sono stata tra le prime ad averlo tra le mani appena pubblicato. Mi ha chiesto subito: Che ti pare della copertina?. Nulla è trascurabile in una buona comunicazione, ogni particolare deve parlare coerentemente con l’insieme. Il libro è di una narrazione piacevole, si leggerebbe d’un fiato, ma ho preferito rallentare la lettura, per gustarne tutti i sapori. Nonostante ciò, a lettura conclusa, ho visto che mi conveniva rileggerlo questo manuale di scrittura professionale raccontato – come l’autrice lo ha definito – per acquisire quegli aspetti della scrittura a cui forse non ho mai dato attenzione adeguata. Ne indico alcuni presi a campione tra molti altri: la varietà e discontinuità visiva: anche l’occhio come la mente ha bisogno di ganci, sobbalzi e sorprese; la dimensione sonora del testo: indispensabile per arrivare a quella leggerezza che fa alzare le parole dal foglio o dallo schermo mettendo loro le ali; il prediligere le parole di tutti i giorni, però imparando a salire e scendere con destrezza la scala dell’astrazione, a dare concretezza alle idee parlando delle cose e a sollevare da terra le cose facendo loro rappresentare anche delle idee. Luisa Carrada ci mostra quale efficacia avrebbero le parole se usate diversamente, curandole, comprendendole, lavorandole, mettendole al punto giusto, sfrondandole del superfluo. I trucchi e i segreti che ha condiviso generosamente sono illuminanti per tutti noi, text generation, che lavora, impara e comunica soprattutto leggendo e scrivendo. Ci sono capitoli utili a chiunque, come quelli dedicati alle diapositive che accompagnano una relazione o alla stesura dei messaggi di posta elettronica; e capitoli più per professionisti – ma godibili da tutti – che spiegano come redigere un white paper, un case study o un comunicato stampa. In più punti ci ricorda di attingere alle riserve infinite della quotidianità, dell’interiorità, della curiosità: Uno spunto di originalità, un titolo indovinato, un’idea per una pagina web, possono arrivare da tante fonti diverse, e quasi sempre esterne al nostro ambiente di lavoro: poesie, giornali, scritte sui muri, spot, cinema, saggi, romanzi. In un mondo della comunicazione in cui anche le aziende aspirano a far suonare la loro voce in un modo inconfondibile e vogliono comunicare come persone, in cui i blog sovrastano e minacciano i siti istituzionali, in cui la parola d’ordine è conversazione, possiamo metterci ad ascoltare anche le nostre voci di dentro. Un modello di questo stile creativo sono i titoli che ha scelto per i capitoli e i paragrafi. I suoi suggerimenti vengono dall’esperienza personale e da un vasto patrimonio di testi professionali che alla fine di ogni capitolo vengono presentati brevemente nella loro pecularietà, fornendo un preciso punto di vista sui contenuti. Ed è proprio il punto di vista di Luisa la vera ricchezza del libro, ciò che lo rende unico: a volte fa capolino in un sorriso dietro un paragrafo, altre volte è espressamente dichiarato. Dipinge i link come porte da attraversare, da aprire una dopo l’altra, come nei castelli delle fiabe , e suggerisce: Fai vedere un paesaggio, fai assistere a un dialogo, fai sentire il profumo del pane appena sfornato. Meno descrizione, più racconto. Meno enunciazioni, più immagini. Meno elenchi, più metafore. Altrove scrive: Mi piace pensare al web – come a tutto il mondo della comunicazione e della scrittura – in termini di ricchezza e abbondanza, non di regole fisse e orizzonti ristretti. Un luogo dove c’è posto per tutto: i testi brevi e quelli lunghi, la razionalità e le emozioni, il poema di cento canti e l’haiku di diciassette sillabe. Dove gli stili si sappiano mescolare in combinazioni sorprendenti. È la più bella descrizione del web in cui mi sia capitato di imbattermi. Ma più che tutti gli esempi che l’autrice riporta, il modello che convince a seguirla è il suo scrivere, proprio per il risultato che il lettore sperimenta su se stesso leggendolo. La scrittura professionale in lei ha incontrato la bellezza dell’arte e quel raccoglimento dell’essere che aiuta a prestare attenzione ai particolari della vita, a goderne, a scoprirne pecularietà e segreti. È così che Luisa riesce a far uscire la scrittura professionale dalla gabbia delle regole e aprirla verso la libertà e la molteplicità delle scelte. Il suo estremo rigore fiorisce in creatività, con un tocco di stupore e di poesia.

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