Parma, Vignali si dimette
L'ormai ex sindaco lascia piazza Garibaldi tra le proteste dei cittadini. Ai quali spiega, in una lettera, le ragioni della sua scelta di rimanere in carica sino ad ora
Era quasi certo, ora è realtà. Sono le 20.23 quando il sindaco Pietro Vignali rassegna le sue dimissioni. Si mette termine così ad un’amministrazione che da giugno a settembre ha incassato ben 15 arresti tra i suoi uomini schierati in prima fila. Una vicenda triste, lunga e dolorosa che ha coinvolto Parma nell’ennesimo scandalo. Questa volta, però, all’interno di chi gestisce la cosa pubblica, il denaro pubblico.
L’ormai ex primo cittadino ha voluto annunciare la sua decisione indirizzando una lettera a tutti i parmigiani, nella quale spiega come mai ha volut, a tutti i costi rimanere seduto nella sede di piazza Garibaldi quando sotto i Portici del Grano i cittadini, in tanti, protestavano incessantemente. Tutta colpa di quelle opere “faraoniche” che ha ereditato dall’amministratore precedente: la stazione, la nuova sede dell’Autorità europea per l’alimentazione, il ponte che collega l’Efsa con la ferrovia, la nuova sede della scuola europea. Opere che, visto il sopraggiungere della crisi e del patto di stabilità, gli hanno procurato debiti enormi, lasciando senza soldi, a opere compiute, alcuni imprenditori tra i più importanti e influenti della città. E infatti la vicenda, che ha visto le fiamme gialle in azione, si è largamente intrecciata con equilibri tra politici e industriali – che da sempre vigono nella storia della città ducale – che sono saltati alcuni mesi fa quando proprio Vignali ha voluto bocciare il progetto della metropolitana, spropositato per una città che si percorre tutta in bici. Eppure avrebbe portato a casa (a Parma) non pochi soldi.
Ed ora il sindaco rivolgendosi ai suoi concittadini dice: «I soldi da Roma arrivano. Ben 70 milioni di euro di fondi inizialmente destinati alla metropolitana, che siamo riusciti, tra grandi difficoltà, a portare a casa e che permetteranno, in questi tempi di crisi, di completare la nuova stazione, di costruire case di edilizia sociale, di portare a termine tanti altri progetti veramente utili. Un risultato politico – continua Vignali – che era a portata di mano, ma che nessun commissario avrebbe potuto raggiungere. Per questo, non per attaccamento alla poltrona o alla carriera politica, sono rimasto al mio posto in questi mesi, nonostante tutto».
Certo i soldi servono perché devono essere pagate le imprese edili, e dunque gli operai. Ma la città oramai non ha più fiducia, le opere architettoniche ci sono, e sono crollati tutti i valori e gli ideali che motivavano l’agire quotidiano di gente onesta, la stessa politica. Basti pensare che il primo cittadino è stato emarginato sempre più, non solo per via delle vicende giudiziarie che hanno portato in carcere alcuni dei suoi più stretti collaboratori (tra cui un assessore), ma anche dal suo stesso partito e dalla maggioranza in consiglio comunale. Ed ora non potrà di certo un commissario esterno ridare la fiducia nella res pubblica ai cittadini: si tratta di un incarico temporaneo, che ha il compito di condurre la città alla prossima primavera, quando sono già previste le elezioni del primo cittadino.
Si volta così pagina per Parma: ma le ferite, ne sono coscienti politici di tutti i partiti e cittadini, ci sono. E per ridare dignità alla città, ormai presente sulle prime pagine di tutti i giornali per le sue brutte avventure, ci vorrà l’amore di tutti quanti vorranno ridare colore ad una Parma che oggi si è svegliata piuttosto ombrosa. I germogli di una nuova primavera ci sono già, basta metter mano all’aratro senza voltarsi indietro.