Parliamo di migranti

Una città già multietnica si interroga su più fronti davanti agli ultimi avvenimenti.
Immigrati in cerca di soggiorno

«Chi distingue tra profughi e clandestini è miope»: così don Virginio Colmegna, della Casa della Carità di Milano, invita la politica a trattare gli stranieri che arrivano in città. Insieme ad altri due avvocati, dopo aver consultato la portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, ha firmato un appello per chiedere al governo un decreto che conceda il permesso di soggiorno in Italia per un anno a chi sbarca a Lampedusa.

 

Intanto, riguardo all’emergenza profughi e all’individuazione delle strutture di accoglienza, il governatore regionale Formigoni ha ribadito che «vogliamo dire la nostra come Regione, e soprattutto ascoltare i sindaci e i presidenti di Provincia, per decidere insieme con il territorio». «Io ho chiesto invano – ha sottolineato – al ministro Maroni e ai prefetti di avere cognizione dei siti a cui loro stavano pensando. Il ministro ha sempre sottolineato che era una loro responsabilità. Mi auguro che ce li comunichino. Ho chiesto comunque che, una volta individuati da parte loro questi siti, anche noi si possa discutere».

 

Per non stare alla porta, la Lega Nord ha organizzato un presidio davanti al consolato tunisino di Milano: «Siamo pronti a boicottare tutto ciò che è tunisino, a partire dal turismo – fanno sapere gli organizzatori – se la Tunisia non rispetterà gli accordi: deve impedire le partenze di nuove imbarcazioni cariche di immigrati verso le nostre coste, e favorire il rimpatrio dei clandestini che non possono restare nel nostro territorio».

 

E mentre la politica nei palazzi discute, in stazione Centrale la Polfer ha bloccato una quarantina di tunisini che si erano allontanati dai centri di raccolta e di identificazione con l’intenzione di recarsi verso nord. Terminate le procedure di identificazione presso l’Ufficio Immigrazione, i ragazzi sono stati collocati su diversi voli in partenza dall’aeroporto di Linate: destinazione, «i vari centri per immigrati dislocati sul territorio nazionale», dicono in Questura, precisando che gli extracomunitari che si sono dileguati sarebbero solo pochi singoli che sono riusciti a confondersi con i viaggiatori.

 

Secondo quanto si è appreso, gli immigrati tunisini sono i primi, tra quelli dell’emergenza sbarchi di questi giorni, a giungere a Milano. Ne erano stati segnalati oltre un centinaio sui treni in arrivo dal sud, portati con due autobus all’Ufficio immigrazione di via Cagni. I servizi di controllo nelle stazioni milanesi sono stati intensificati in vista di nuovi arrivi.

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