Il Parlamento europeo in aiuto dei senzatetto

Una risoluzione del Parlamento europeo chiede un impegno per la riduzione dei senzatetto in Europa  

L’accesso a un alloggio decoroso è uno dei diritti umani fondamentali. Ciononostante, si stima che siano 700 mila le persone che ogni notte dormono per strada in Europa e, negli ultimi 10 anni, la cifra è aumentata del 70%. Il profilo della popolazione europea dei senzatetto sta cambiando, riguardando in numero crescente minori, migranti, minoranze, donne e intere famiglie. In Paesi come l’Italia le conseguenze della crisi finanziaria si sono riflesse nell’impoverimento di vari strati della popolazione, con una maggiore difficoltà nell’ottenere o nel mantenere un alloggio. Inoltre, le persone senza fissa dimora sono spesso oggetto di violenza e di reati generati dall’odio, tra cui la stigmatizzazione sociale.

La crisi dovuta alle conseguenze di Covid-19 hanno aggravato la situazione già fragile delle persone senza fissa dimora, visto che soffrono di problemi di salute in misura maggiore e hanno difficoltà all’accesso a condizioni igieniche adeguate e all’assistenza sanitaria. Con l’attuale recessione economica e la perdita dei posti di lavoro la percentuale dei senza fissa dimora potrebbe aumentare.

Nonostante ci siano differenze sostanziali tra i vari Stati membri dell’Unione europea (Ue), la mancanza di alloggi economicamente accessibili è un problema in crescita; infatti i prezzi delle case negli Stati membri sono aumentati del 5,2% nel secondo trimestre del 2020 rispetto a quello del 2019. Questo rappresenta un problema per i proprietari e gli inquilini a basso reddito. Nel 2018 quasi il 38% delle famiglie a rischio povertà hanno speso più del 40% del loro reddito disponibile per l’alloggio, contro il 10,2% della media della popolazione dell’Ue.

Per queste ragioni, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla riduzione delle percentuali di senzatetto nell’Ue, nella quale richiede alle istituzioni europee e agli Stati membri di porre fine al fenomeno dei senzatetto entro il 2030. Gli eurodeputati raccomandano la creazione di un quadro comunitario di strategie nazionali (norme sugli aiuti statali, leggi fiscali, strategie specifiche, ecc.) e richiedono agli Stati membri di depenalizzare, laddove necessario, il fenomeno dei senzatetto e continuare a mobilitare fondi per affrontare il problema.

Nello specifico, il Parlamento europeo chiede che gli Stati membri garantiscano a tutti l’accesso a servizi pubblici come l’assistenza sanitaria, il diritto all’istruzione e i servizi sociali, nonché l’attivazione di programmi di occupazione e di formazione che favoriscano l’inserimento e l’integrazione delle persone senza fissa dimora nel mercato del lavoro.

Ancora, oltre alle misure di prevenzione e sostegno, l’accesso alle strutture di emergenza (come i servizi di accoglienza notturna) dovrebbe essere sempre consentito ma anche considerato come soluzione ultima, dato che non possono sostituire le altre tipologie di aiuto che dovrebbero portare le persone senza fissa dimora a poter usufruire di una stabilità anche abitativa.

Inoltre il Parlamento europeo richiede che gli Stati Ue lavorino su una definizione comune del fenomeno, migliorino la raccolta dei dati e utilizzino un quadro di indicatori coerente per poter comprendere appieno il problema e valutare in quale misura intervenire. Infine, il Parlamento europeo chiede che gli Stati membri adottino il principio dell’housing first (che letteralmente significa “prima la casa”), già introdotto con successo in vari Stati membri, tra i quali l’Italia, che mira a trovare un alloggio permanente a chi è senza fissa dimora, per poi affrontare successivamente gli altri problemi.

Bene ha fatto il Parlamento europeo ad adottare questa risoluzione che chiede un impegno per la riduzione dei senzatetto in Europa che, però, costituiscono una delle fasce più deboli e marginalizzate della società e rischiano di restare senza un’adeguata rappresentanza che possa spingere gli Stati membri e la Commissione europea ad agire. Fondamentale sarà il ruolo delle organizzazioni non governative e degli enti benefici che si prendono cura dei senza fissa dimora nel sostenere questa risoluzione del Parlamento europeo, facendo la giusta opera di sensibilizzazione della cittadinanza e di pressione sui governi europei affinché non resti solo un buon proposito.

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