Parigi a Natale: sarà ancora una ‘Ville Lumière”?
Parigi, città che vede ogni anno visitatori da tutto il mondo pronti ad affrontare le sue rigide temperature invernali pur di godersi una buona cioccolata calda o una fondue immersi nell’atmosfera ideale. I mercatini a Saint-Germain-des-Prés o ai giardini delle Tuileries, nei pressi del Louvre, offrono intrattenimento per grandi e piccini, cibo e animati banchetti di decorazioni natalizie. Le luminarie lungo Rue Royale, Avenue des Champs-Élysées e in molti altri luoghi incantano e stupiscono ogni anno.
Il termine Ville Lumière, ossia città delle luci, caratterizza da secoli Parigi. Due le motivazioni che concorrono alla definizione, prima appunto l’illuminazione stradale (non nello specifico quella natalizia). La capitale francese fu infatti tra le primissime metropoli a installare la luce artificiale lungo le sue vie. Oggi le luminarie hanno un ruolo fondamentale, creano atmosfera, dalla cattedrale di Notre-Dame (ancora in via di ricostruzione), passando per la Conciergerie, fino alla Tour Eiffel. Facendo un giro in battello sulla Senna o una passeggiata notturna, non per forza in periodo natalizio, ci si rende conto di quanto le luci siano fondamentali per la città.
L’appellativo Ville Lumière ha però un’origine molto più antica: si riferisce a come gli studi di scienziati, politici, artisti e filosofi hanno illuminato le menti di tantissime persone nel XVII secolo. La corrente venne definita “Illuminismo” ed ebbe come patria proprio la Francia, e il fulcro Parigi. Era l’era dei lumieres, tra cui Voltaire.
Con la crisi energetica cambierà qualcosa? Per ora non molto. Infatti, Parigi risplende come sempre. Il governo prevede misure per il risparmio energetico, ma alcune non sembrano particolarmente incisive. Una scena significativa in un negozio abbastanza rinomato: poiché per gli addetti ai lavori faceva troppo caldo all’interno, è stata spalancata l’entrata. Ancora, in alcuni musei viene richiesto con chiarezza di chiudere le porte nel momento in cui si entra in una stanza, ma puntualmente se ne ritrova qualcuna aperta, vanificando tutta l’energia investita nel riscaldare gli ambienti.
D’altro canto, gruppi di atleti che praticano parkour, attivisti, sono diventati virali nei loro video. Andavano in giro per Parigi di notte, arrampicandosi sulle facciate dei negozi per spegnere le insegne che venivano lasciate accese nelle ore notturne. Non tutti sono quindi indifferenti allo spreco.
La responsabilità ricade sul singolo, forse una campagna di sensibilizzazione mirata non sarebbe una cattiva idea.
Il governo valuta la possibilità di blackout programmati in anticipo della durata massima di due ore, in diverse parti del Paese, se la situazione dovesse diventare critica. Una contraddizione: è veramente necessario o basterebbe ridurre gli sprechi superflui?
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