Pappano, Kavakos e Brahms

Programma originale e grande sintonia tra direttore e violinista per una serata di grande intensità. All'Accademia Santa Cecilia in Roma
Il violinista Leonidas Kavakos

Antonio Pappano, si sa, è direttore appassionato: ha pathos, ossia sentimento, fuoco, colore. Ed ogni volta che fa musica all’Accademia Santa Cecilia in Roma, lo si vede e lo si sente. È originale nella scelta dei programmi. Ad esempio, attento ad omaggiare un Mascagni – 150 anni dalla nascita – poco celebrato in Italia, ed eccolo eseguire la poco nota Visione lirica. Guardando la santa Teresa del Bernini, diretta nel 1923 dallo stesso autore all’Augusteo.

Certo suggestiva per gli echi wagneriani, si alza tuttavia con il melodiare  tipicamente italiano che Pappano, grande direttore amante del canto, mette in rilievo. E si canta anche nel Magnificat per soprano leggero, coro e orchestra di Petrassi, a dieci anni dalla sua morte. La linea musicale di Petrassi è variegata, parte da oscurità, si alza in approdi luminosi, ricordi barocchi e palestriniani: l’insieme è qualcosa di drammatico, una esultanza combattuta. Del resto l’opera è del 1941 e risente del clima di guerra.

Esplosione di malinconia, passione, tenerezze e affettuosità è il grande Concerto per violino e orchestra di Brahms, dove Leonidas Kavakos e il suo Stradivari scintillano emotivamente con quell’onda canora tipica del musicista, che sta sempre per uscire dagli schemi ma vi rientra subito. La turbinosità dell’"Allegro non troppo" si stempera nel cantabile "Adagio", quasi una linea mozartiana e poi frigge e fugge nel finale giocoso “non troppo vivace”.

Dire della sintonia fra direttore e violinista può sembrare ovvio, ma non lo è in un brano celebre fin troppo come questo, con le insidie dello strafare, delle accentuazioni in technicolor di strumento e orchestra, dei bruschi passaggi romantici. Per fortuna, non avviene. Kavakos e Pappano hanno equilibrio, misura, e Brahms si lascia andare al suo gusto spumeggiante e triste, regalando un violino che si inerpica su scalate impossibili e si abbandona a languori ineffabili. Grande successo.

I più letti della settimana

Il sorriso di Chiara

Abbiamo a cuore la democrazia

Carlo Maria Viganò scismatico?

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons