Papa Francesco, pellegrino di pace in Africa

Papa Francesco visiterà la Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e il Sud Sudan: dal 2 al 5 luglio sarà a Kinshasa e Goma nella Rdc, e dal 5 al 7 luglio a Juba, in Sud Sudan.
Il presidente del Sud Sudan Salva Kiir, a sinistra, incontra Papa Francesco durante un'udienza privata in Vaticano, 16 marzo 2019. (Foto AP/Alessandra Tarantino, Pool, file)

Dalla sua elezione nel 2013, papa Francesco ha visitato l’Africa quattro volte, recandosi in Kenya, Uganda, Repubblica Centrafricana, Egitto e Marocco. Il suo ultimo viaggio africano è stato nel settembre 2019, quando ha visitato Mozambico, Madagascar e Mauritius.

Per anni, il papa ha desiderato visitare il Sud Sudan – un paese prevalentemente cristiano – ma il viaggio è stato ripetutamente rinviato a causa dell’instabilità del Paese, dopo la guerra civile post-indipendenza.

Per molti, l’annuncio della visita del Papa in Sud Sudan, ricorda un incontro pieno di significato del 2019, quando Papa Francesco aveva ospitato i leader delle opposte fazioni del Sud Sudan, e in un ritiro in Vaticano si era inginocchiato baciando loro i piedi, mentre li esortava a non riaccendere il conflitto.

Nel luglio 2011 il Sud Sudan si era ufficialmente separato dal Sudan, ma la guerra civile era scoppiata due anni dopo, causando 400 mila morti. Le due parti principali hanno firmato un accordo di pace nel 2018.

Gli analisti dicono, però, che mentre l’accordo di pace ha fermato una violenza orribile, diverse questioni restano irrisolte, come lo stallo della riunificazione dell’esercito nazionale che potrebbe far ripiombare il Paese in un conflitto diffuso.

Di un possibile viaggio in terra congolese aveva parlato lo stesso papa Francesco in alcune interviste rilasciate lo scorso anno. Una volontà dettata soprattutto dal desiderio di portare una tregua di pace in una terra segnata da attacchi terroristici e in conflitto con decine di gruppi armati nell’est della vasta nazione (la stessa dove lo scorso anno sono stati uccisi anche l’ambasciatore Attanasio e gli altri due uomini che erano con lui).

Il governo ha dichiarato lo stato d’assedio e posto alcune province sotto legge marziale per affrontare i gruppi armati che compiono attacchi nella regione. Fra loro vi sono anche le Forze Democratiche Alleate (Adf) legate all’ISIL (Stato islamico), contro le quali Rdc e Uganda stanno attualmente conducendo un’operazione militare congiunta.

La Chiesa cattolica in terra congolese, per bocca del nunzio apostolico l’arcivescovo Ettore Balestrero, ha quindi annunciato durante una conferenza stampa del 3 marzo questo arrivo tanto atteso, la visita apostolica del Papa, che vuole essere un’occasione di riconciliazione per riaccendere la speranza del popolo congolese nella sua ricerca di pace, sicurezza e benessere.

«Penso che sia anche importante sottolineare – ha detto il Nunzio – la durata della visita: tre giorni sono tanti, se teniamo conto della durata media degli altri viaggi. È una prova dell’importanza che il Papa attribuisce a questa visita e alla Rdc, è una prova del suo affetto per questo popolo».

Mons. Balestrero ha detto inoltre che la visita del Papa in questi due Paesi è una risposta all’invito dei capi di Stato e delle rispettive Conferenze Episcopali: «Francesco viene come un pellegrino di Dio».

Papa Francesco arriverà nella Rdc dopo 37 anni dalla visita di Giovanni Paolo II. «Sono successe tante cose – ha aggiunto il Nunzio –, ci sono state due guerre e il Paese ha vissuto molte vicissitudini, così che la Rdc che accoglierà papa Francesco è molto diversa dal Paese che ha accolto san Giovanni Paolo II. Ma lo farà con lo stesso amore ed entusiasmo».

Papa Francesco, ha spiegato il Nunzio, vuole guardare il popolo congolese negli occhi e parlare al suo cuore per confortarlo e incoraggiarlo nella sua fede in Cristo, nel suo amore per la Chiesa e nella sua speranza per il futuro: «Allo stesso tempo, lo invita alla riconciliazione e a coltivare il senso di essere fratelli e sorelle. Il Papa viene a portare un messaggio di riconciliazione e di incoraggiamento».

La Rdc, un Paese di circa 90 milioni di abitanti, circa il 40% cattolici; è uno stato laico ma la religione è onnipresente nella vita quotidiana dei congolesi. La Chiesa cattolica, in particolare, ha talvolta giocato un ruolo di primo piano nella politica del Paese.

Il primo ministro Sama Lukonde era presente accanto ai vescovi cattolici all’annuncio della visita del Papa. Nel suo discorso, ha accolto questo «felice» annuncio, e ha detto che «al di là della Chiesa, è un invito ufficiale del Paese. Bisogna quindi mobilitare tutti i congolesi, questa visita deve far parte della riconciliazione e della pace» fra tutti.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons