Il papa: minori 3 volte indifesi
Senza voce, senza possibilità di difendersi, vivono in condizioni degradanti, in alcuni casi sono invisibili. Sono quasi 65 milioni i bambini e le bambine sradicati dai loro paesi, dalle loro famiglie e dalle loro case, di cui 28 milioni costretti a fuggire a causa dei conflitti. Sono dati che lasciano sgomenti, davanti ai quali non si può non rispondere con proposte concrete e con politiche volte a far cessare il fuoco nelle centinaia di Paesi impoveriti da sfruttamento e guerra.
Il messaggio di papa Francesco in occasione della 103ma Giornata del migrante e del rifugiato è in effetti un accorato appello rivolto a quanti hanno responsabilità politiche e istituzionali, alle comunità ecclesiali, agli stessi migranti, a tutti coloro che accolgono una sfida come quella dell’accoglienza per far sì che questo flusso inarrestabile possa fermarsi e per poter garantire ai popoli impoveriti da lotte e dai tanti volti dello sfruttamento finalmente pace e serenità.
In Italia ci sono 1.085.274 minori immigrati, che rappresentano il 21,6% del totale degli stranieri presenti nel Paese. I bambini sono tre volte indifesi e il papa lo spiega bene nell’apertura del suo messaggio: «Mi sta a cuore richiamare l’attenzione sulla realtà dei migranti minorenni, specialmente quelli soli, sollecitando tutti a prendersi cura dei fanciulli che sono tre volte indifesi perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari.»
«Sono in primo luogo i minori a pagare i costi gravosi dell’emigrazione – continua il messaggio -, provocata quasi sempre dalla violenza, dalla miseria e dalle condizioni ambientali, fattori ai quali si associa anche la globalizzazione nei suoi aspetti negativi. La corsa sfrenata verso guadagni rapidi e facili comporta anche lo sviluppo di aberranti piaghe come il traffico di bambini, lo sfruttamento e l’abuso dei minori e, in generale, la privazione dei diritti inerenti alla fanciullezza sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia».
I dati Unicef – il fondo delle Nazioni unite per l’infanzia – denunciano l’esponenziale crescita del fenomeno dei minori rifugiati: i bambini (0-18 anni) rappresentano circa un terzo della popolazione globale, ma la loro quota sale a circa il 50% quando prendiamo in considerazione il totale dei rifugiati. La Turchia è lo Stato che ospita il maggior numero di rifugiati recenti e con ogni probabilità anche il maggior numero di minori rifugiati al mondo.
Ma il dramma più grande si compie quando i minori non accompagnati diventano invisibili agli occhi della società che li accoglie, cioè è come se non esistessero, sottoposti agli sfruttamenti più odiosi, a cominciare da quello sessuale per finire al traffico di organi, spesso consegnati ai trafficanti che li addestrano per poter compiere atti criminosi e attività illegali.
Papa Francesco richiama in maniera forte alle responsabilità i governanti e quanti sono preposti dalle istituzioni che invece di favorire l’inserimento sociale dei minori migranti, o istituire programmi di rimpatrio sicuro e assistito, cercano «solo di impedire il loro ingresso, favorendo così il ricorso a reti illegali; oppure essi vengono rimandati nel Paese d’origine senza assicurarsi che ciò corrisponda al loro effettivo “interesse superiore”». In questi giorni, Mons. Galantino, Segretario della Cei (Conferenza episcopale italiana), ha chiesto di affrettare il percorso legislativo di due legge fondamentali ferme al Senato in Italia: la riforma della cittadinanza che permetterebbe di favorire processi di inclusione e integrazione e la legge sui minori stranieri non accompagnati, per far sì che questi ragazzi siano destinati a strutture idonee e a famiglie affidatarie.