Papa Francesco e il mondo ebraico

L'elezione di Bergoglio al soglio pontificio è stato salutato con speranza dal mondo ebraico. Il nuovo papa è considerato una persona di larghe vedute, un uomo di dialogo, che sa costruire ponti con le altre fedi
Papa Francesco saluta la piazza subito dopo la sua elezione.

Francesco d’Assisi aveva tracciato un primo percorso di incontro fra le religioni. Il suo viaggio del 1291 verso l’Egitto, durante la quinta crociata, lo portò a Damietta, dove avvenne l’incontro con il nipote del Saladino, il sultano ayyubide al-Malik al-Kamil. Nei giorni scorsi è salito al soglio pontificio un uomo che ha scelto, per la prima volta nella storia della Chiesa, il nome del "poverello di Assisi". Oltre alla semplicità di vita che in queste ore sta venendo in evidenza, al suo parlare semplice e immediato, alla modestia nel tratto e nel portarsi, Bergoglio arriva a Roma anche con una esperienza ricca di rapporti con il mondo ebraico.

Lo testimoniano i molteplici cenni di apprezzamento alla sua elezione a papa. Il Jerusalem Post ha sottolineato come sia l’Anti-defamation league (Adl) che il World jewish congress (Wjc) abbiano dato il benvenuto al nuovo pontefice, ricordando che il card. Bergoglio ha avuto un ruolo "cruciale" nel mantenere su una linea positiva i rapporti fra cristiani ed ebrei. L’Adl ha messo in evidenza sia le citazioni di testi rabbinici nel corso dei suoi discorsi, sia la sua presenza in occasione di feste ebraiche. «Ha acceso una candela – si è ricordato – della Menorah nella sinagoga di Buenos Aires, in occasione di Slichot, un servizio che precede la festa di Rosh Hashana, oltre ad aver partecipato a momenti commemorativi della Notte dei cristalli, che segnò l’inizio sistematico di violenze nei confronti degli ebrei nella Germania nazista». Ovviamente, sono stati soprattutto apprezzati il suo impegno e il suo sostegno alla comunità ebraica della capitale argentina colpita dolorosamente in occasione dell’attacco del 1994 al Centro Ebraico.

Il rabbino David Rosen, direttore della sezione per gli affari interreligiosi dell’American jewish committee, ha tenuto a sottolineare il ruolo importante avuto da Bergoglio in occasione della terribile esperienza del 1994 ed ha definito il nuovo pontefice come «un uomo caloroso, dolce e modesto».

Anche il presidente del Wjc, Ronald Lauder, nel congratularsi con il nuovo papa ha tenuto a ricordare che «Francesco non ci è estraneo. Negli ultimi anni, infatti, ha partecipato a numerosi incontri interreligiosi organizzati dal Wjc e dalla sua sezione per il Latino America. È un uomo di esperienza, una persona di larghe vedute, un uomo di dialogo, che sa costruire ponti con le altre fedi». Mettendo in evidenza il lavoro prezioso di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, Lauder si è dichiarato certo che papa Francesco continuerà sulla stessa linea.

Soddisfazione è stata espressa dalle comunità ebraiche italiane. Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, ha fatto pervenire al nuovo papa le congratulazioni con gli auguri che il suo pontificato possa portare pace e fratellanza all’umanità intera. Gattegna ha sottolineato come la comunità ebraica si augura che la collaborazione reciproca iniziata con i papi che hanno guidato recentemente la Chiesa possa continuare.

Papa Francesco, inoltre, ha fatto pervenire subito un messaggio a rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma: «Nel giorno della mia elezione a vescovo di Roma e pastore universale della Chiesa cattolica, Le invio il mio cordiale saluto, annunciandole che la solenne inaugurazione del mio pontificato avrà luogo martedì 19 marzo». Il messaggio con il quale il nuovo vescovo di Roma invita il rabbino capo alla celebrazione del 19 marzo sottolinea un impegno chiaro a «contribuire al progresso che le relazioni tra ebrei e cattolici hanno conosciuto a partire dal Concilio Vaticano II, in uno spirito di rinnovata collaborazione e al servizio di un mondo che possa essere sempre più in armonia con la volontà del Creatore».

Di Segni nella serata dell’elezione aveva espresso parole di augurio a Bergoglio appena eletto: «Che possa guidare con forza e saggezza la Chiesa cattolica per i prossimi anni. I rapporti della Chiesa con la comunità ebraica di Roma e il dialogo con l'ebraismo hanno compiuto dei passi importanti. La speranza è che si possa proseguire il cammino nel segno della continuità e delle buone relazioni». Di Segni ha definito come «un incarico formidabile» l’elezione al soglio di Pietro, che richiede un'enorme dose di forza e saggezza.

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