Papa Francesco e il futuro di Cuba
Secondo il quotidiano ufficiale della Santa Sede, in questo momento storico la visita del papa a Cuba e negli Stati Uniti «assume un significato particolare. I due Paesi si sono riavvicinati dopo quasi sessant’anni di gelo; una contrapposizione dura, che negli anni più turbolenti della “guerra fredda” ha messo a repentaglio persino la pace mondiale». Appena arrivato a L’Avana, Francesco, che è stato accolto da oltre centomila persone, ha affermato che la Chiesa continuerà ad «accompagnare ed incoraggiare il popolo cubano nelle sue speranze e nelle sue preoccupazioni, con libertà e con tutti i mezzi necessari per far giungere l’annuncio del Regno fino alle periferie esistenziali della società».
Segnaliamo questo intervento che Sergio Centofanti, della Radio vaticana, ha chiesto,a proposito del significato del viaggio del papa, ad Antonio Maria Baggio, professore all'Istituto Sophia di Loppiano e formatore presso il Centro culturale Félix Varela all’Avana.
«La domanda che noi potremmo farci, adesso, è questa: Papa Francesco sta sviluppando – e continua a comunicare – una visione di cambiamento di sistema, e lo fa parlando ai Paesi occidentali, ai Paesi ricchi. Quindi il Papa è portatore di una visione sistematica basata sulla dottrina sociale cristiana che assume in sé anche tutte le esigenze di giustizia che avevano caratterizzato la rivoluzione cubana; però, le equilibra, le impianta in un rispetto per l’essere umano. Non potrebbe essere, questa visita di Francesco, l’occasione per prendere in considerazione non soltanto il modello cinese o il modello vietnamita, ma anche – per così dire – il modello umano che Francesco propone?».